Mike Stern Victor Wooten Band
Casa del Jazz Roma
14 luglio 2013
Se dovessi
descrivere il concerto della “Mike Stern
and Victor Wooten Band” a cui ho assistito ieri in tre parole queste sarebbero:
“adrenalina”, “shock” e “positività”.
“Adrenalina”
perché quando sentivo i loro groove
mi veniva una voglia di muovermi
irrefrenabile e quando sono uscito dal vialetto della “Casa del Jazz”
avevo il cuore a mille.
Perché “shock”? Beh, non si può rimanere impassibili di
fronte a uno spettacolo del genere, ve lo assicuro, stiamo parlando di musicisti
che hanno una tecnica così mostruosa da permettersi di fare addirittura
acrobazie come lancio di bacchette, o far roteare il basso elettrico a 360
gradi, rientrare a tempo e farsi una grassa risata…
E riguardo alla terza
parola, credo che la cosa incredibile di
queste persone è che vivono la musica come qualcosa di enormemente espressivo,
ed essendo loro sempre sorridenti sul palco, con ogni loro nota e groove riescono a trasmettere
sicuramente un senso di positività e felicità, specialmente Stern che non sta
mai fermo, sorride nel 90 per cento del tempo e si muove più di tutti gli altri
messi insieme.
I pezzi
eseguiti, tranne qualche brano tipico di Stern, erano presi dal nuovo CD fatto
dall’appena nominato in collaborazione con Victor Wooten, un bassista che non
ha certo bisogno di presentazioni. Al Sax c’era il grande Bob Franceschini, che
ha già collaborato molte volte con Stern e alla batteria Derico Watson che ha
gia alle spalle un trascorso con la “Victor Wooten Band”. Tra alcuni titoli del
nuovo CD “My life”, dove Wooten ha sfoggiato una calda voce rappata ma anche
melodica, e “Left, right and center” dove il batterista ha fatto un assolo dove
ha scatenato veramente la sua incredibile tecnica e una potenza impressionante,
visto che fino a quel momento aveva mostrato un
groove dinamico e controllato.
In generale
sono rimasto veramente stupito dalla capacità di questa nuova formazione di
passare da dinamiche bassissime a pattern funkie e in certi momenti quasi
hard-rock che fanno impazzire il pubblico (numerosissimo, al limite del sold-out). Ovviamente si è applaudito a
oltranza per un bis, e questi giganti della musica ne hanno eseguiti due, nonostante
la stanchezza (tranne Stern, che sembra alimentato da batterie nucleari): “Big Neighborhood”
del buon Mike e “What is hip” di Marcus
Miller.
Consiglio vivamente a tutti di andarsi a
vedere questi fenomeni, ne vale assolutamente la pena!!!
Hector
Faustini Mendo
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