Come voterò al prossimo referendum sulla riforma
costituzionale lo sapete già. La riflessione che faccio oggi è che in ogni
caso, comunque vada, questa consultazione lascerà un Paese ancora più diviso,
più in conflitto con sè stesso. Gli animi si fanno esacerbati, vedo e sento
promesse di vendette “ve lo faremo vedere noi”. Questa è la sconfitta sicura di
una Nazione e di un popolo e posso predirla senza tema che i sondaggi mi
smentiscano. Non solo il Referendum è stato personalizzato ma perfino i singoli
individui stanno dando la stura alla propria collezione di demoni e di
frustrazioni: umane, professionali, sentimentali perfino.
Non ricordo un clima tanto conflittuale neppure quando
assistetti al Referendum sul divorzio
(era il 1974, io avevo 14 anni). Non ho mai visto tanti soldatini
schierati, artisti, cantanti, giocatori di calcio. Mi verrebbe da dire: ma voi
cosa c’entrate, in tutto questo?
Capisco si pronuncino, in un senso o nell’altro, i personaggi politici, i giornalisti, gli esperti di diritto. Ma che ogni nano, ballerina, cantante d’operetta o ballerino di flamenco ci debba sciroppare la propria personale opinione mi genera un senso di nausea.
Capisco si pronuncino, in un senso o nell’altro, i personaggi politici, i giornalisti, gli esperti di diritto. Ma che ogni nano, ballerina, cantante d’operetta o ballerino di flamenco ci debba sciroppare la propria personale opinione mi genera un senso di nausea.
Comunque vadano le cose il conflitto e la divisione sarnno riverberati,
amplificati nei mesi a seguire. E la posizione di vantaggio sarà forse più di
chi è stato sconfitto se le cose andranno peggiorando, se l’economia continuerà
a perdere colpi, se gli sbarchi di disperati dall’altra sponda del Mediterraneo
proseguiranno. Gli sconfitti potranno dire, sia dall’una che dall’altra parte
della barricata: lo vedete, è colpa vostra.
Perché le previsioni, a parte quelle di facciata, non sono promettenti. E mi permetto di guardare con scetticismo a quelli che, da ambo le parti, vogliono illuderci che la vittoria della propria fazione porterá fiori e sorrisi. Non voglio fare del pessimismo, vedo gli scenari, gli indicatori macroeconomici pieni di allarmi e questi fosche previsioni vanno ben oltre gli angusti confini nazionali. Per cui inviterei tutti, soprattutto quelli che trovano in questa consultazioni l'ennesima occasione di sparare ‘parole in libertà’ e slogan senza costrutto, a lavorare meno di fantasia e, possibilmente, ad accendere il cervello.
Saluti cari.
Perché le previsioni, a parte quelle di facciata, non sono promettenti. E mi permetto di guardare con scetticismo a quelli che, da ambo le parti, vogliono illuderci che la vittoria della propria fazione porterá fiori e sorrisi. Non voglio fare del pessimismo, vedo gli scenari, gli indicatori macroeconomici pieni di allarmi e questi fosche previsioni vanno ben oltre gli angusti confini nazionali. Per cui inviterei tutti, soprattutto quelli che trovano in questa consultazioni l'ennesima occasione di sparare ‘parole in libertà’ e slogan senza costrutto, a lavorare meno di fantasia e, possibilmente, ad accendere il cervello.
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