La domanda che ci poniamo, guardando pensosamente il CD di Claudio Filippini è la seguente: ce l'ha fatta quadrare il cerchio, il Nostro Eroe?
La sfida, ve lo dico da subito, è di quelle ardue. Per i jazzisti, infatti, i cosiddetti standard sono la palestra nella quale ci si esercita fin dall'inizio, i fondamentali, insomma, sui quali si prova e si riprova l'arte dell'accompagnamento, degli accordi, delle linee di basso, dei ritmi, delle sostituzioni, delle scale ed infine... dell'improvvisazione.
Questi brani sono definiti standard proprio per la loro imprescindibilità dal repertorio del jazzista, autentici testi di studio da tenere sempre a mente. E dunque proporre una CD di standard è sempre impresa difficile poiché si rischia di ricadere nelle decine (se non centinaia) di interpretazioni che formano la giurisprudenza del corpus jazzistico.
Ma prima di scorrere i titoli dei brani prescelti mi permetto solo di proporvi l'elenco degli autori che il trio di Claudio ha voluto interpretare: John Coltrane, Kosma & Prevert, Thelonius Monk, Rodgers & Hart, Mercer & Mancini, Oliver Nelson, Fats Waller, Dizzy Gillespie ed infine Thiele & Weiss. Ossia quanto di meglio.
Ora le chiavi di lettura sono state piuttosto diverse fra loro. Alcuni brani, come nel caso di "A Night In Tunisia", sono stati interpretati senza operare particolari sostituzioni ritmiche o armoniche. In pratica è l'improvvisazione che la fa da padrona, e in questa occasione il cerchio risulta davvero ben quadrato, data la solidità del bagaglio tecnico che Claudio, Luca ed Marcello si portano dietro. Insomma "Night" si chiude con un 30 e lode. E Dizzy Gillespie ringrazia, dall'alto dei cieli.
Su questa falsariga è stato riletto anche "Moon River". La bellezza del tema è avvolta, letteralmente, dal tocco di un pianista particolarmente ispirato.
Il "Jitterburg Waltz", di Fats Waller, con suo bel 3/4, ci riporta ad un'atmosfera retrò, ma senza strascichi di inutili nostalgie. Voglio dire che, preservando un tema che è degli anni '40, esso viene suonato in maniera veramente moderna. Bellissimi sia il solo al contrabbasso di Bulgarelli che gli scambi, sul finale, con la batteria.
Vogliamo parlare di "Autumn Leaves"? Qui le variazioni su tema sono state tante e il brano, che per sua natura offre molte possibilità interpretative, viene letto con grande sfoggio di tecnica da parte del trio. Dopo una introduzione che rende volutamente difficile identificare il tema il brano decolla, con un lungo pedale su base latin (o giù di lì) per poi schizzare su uno swing velocissimo, su quale il pianismo di Claudio, a tratti, è davvero irresistibile, ma il tutto sempre con classe e senza strafare.
Una lettura più tranquilla è quella di "I Didn't Know What Time It Was" della coppia Rodgers & Hart, scritto per un musical di fine anni '30.
Su "Stolen Moments" ci si diverte a giocare con i campionamenti. Il pezzo di Oliver Nelson è così bello che si può manipolarlo in tanto modi, anche in modalità trance con una batteria ignorante e un poco rock. Ma il mio consiglio è sempre lo stesso: andate ad ascoltarvi gli originali. Del resto se siete qui a leggermi significa che il jazz vi interessa davvero, no? E allora godetevi "The Blues and the Abstract Truth", dal lontano 1961. La prima traccia, "Stolen Moments" appunto, racchiude in meno di 9' un saggio di musica moderna con un tema che ancora mette i brividi. E comprenderete come questa reinterpretazione odierna sia compatibile con un brano che, essendo un classico, è contemporaneo ad ogni epoca (come diceva Emil Cioran? Oppure Mircea Eliade? Boh, non ricordo, ma questa è una grande verità!).
In quanto al brano di Coltrane, "Impressions", succede una cosa strana, dato che è stata scelta una lettura da soundtrack, da titoli di coda, quando questo è proprio il primo brano del CD, ed anche il tappeto di keyboards, con campane e tutto il resto, contribuisce a questa curiosa impressione (e scusate l'involontario gioco di parole). Ma del resto anche Claudio & Co. giocano ad infilare un po' di "My Favourite Things". Ed è giusto così: "to play", in inglese, è suonare ed anche giocare. Ascoltatevi, ad ogni buon conto, l'originale, stellare quartetto di Coltrane: https://www.youtube.com/watch?v=03juO5oS2gg.
In definitiva: un CD molto interessante che è anche un'occasione (e per me lo è stata senz'altro) per un ripasso generale. Non lo so se questo sia o meno il mondo meraviglioso di "What A Wonderful World", certo è che tanta bella musica lo rende certamente più sopportabile.
Un caro saluto a tutti voi,
Marco Lorenzo Faustini
Claudio Filippini, pianoforte e tastiere
Luca Bulgarelli, contrabbasso
Marcello di Leonardo, batteria
Autumn Leaves (F. Prévert – J. Kosma)
‘Round Midnight (T. Monk)
I Don’t Know What Time It Was (Hart & Rodgers)
Moon River (Mercer & Mancini)
Stolen Moments (O. Nelson)
Jitterburg Waltz (F. Waller)
A Night In Tunisia (D. Gillespie)
What A Wonderful World (B. Thiele – G. D. Weiss)
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