Dato che il Vs. amato
recensore non è in vena di fare il "copia & incolla" dai vari
siti che descrivono il curriculum vitae di questa
pianista/compositrice Vi inviterei, se interessati, a seguire i link che
trovate in fondo all'articolo.
Ma parliamo, dunque, di
quanto abbiamo visto e, soprattutto, ascoltato.
Lei è uno scricciolo:
timida, un po' impacciata, una voce tremula che presenta i musicisti e ci
introduce al suo primo brano: Somethin' Blue (Blue Note,
2014).
Che dire? Dopo un incipit delicato,
quasi impressionista, c'è uno scatto in avanti sorprendente, complice una
ritmica (Mikey Salgarello alla batteria e Mauro Gargano al
contrabbasso) veramente incisiva ed efficace.
E dunque si ascoltano le
atmosfere frenetiche di NYC (quelle di Tokyo, purtroppo, le
ignoro!), frequenti cambi di tempo, equilibrismi e virtuosismi, tanti accordi
per 4e, tante scale pentatoniche, ma anche, nei punti nei quali il brano fa
riprender fiato, momenti di lirismo che ci consentono di deglutire un po' dell'adrenalina
accumulata.
Le mani di Chihiro sono
insolitamente grandi e spazzolano la tastiera dello Yamaha; lei stessa è tutta
vibrazioni, carattere, personalità.
E così la serata scorre,
tra brani originali oppure, nel caso di standard, rielaborazioni estreme (Take
Five era del tutto metamorfizzato, con continui cambi di tonalità,
obbligati, stacchi vs. la batteria e via dicendo).
Anche Summertime,
tanto per dire, prende le mosse da Estate di Bruno
Martino, giusto per gradire.
Oppure la Sing
Sing Sing che ci riporta alle atmosfere da New York Yankees
vs. Chicago White Sox con gli inni delle squadre che si alternano
creando un intreccio di suoni che solo una grande intelligenza evita di far
franare in cacofonia.
Bello, indubbiamente
bello, ascoltare un blues che però si trasforma su un improbabile tempo di 7/8.
E ancora (in 130' di
concerto) il Träumerei di Robert Schumann (sempre
un po' traumatico ascoltarlo per il sottoscritto, abituato alle versioni di Horowitz o
di Rubinstein), dove la nostra Eroina dà sfoggio di una notevole
tecnica classica.
Il finale è arricchito
dallo special guest Fabrizio Bosso che, unendosi
al trio, ci regala una bellissima Bye Bye Blackbird confermando
che l'Alexanderplatz è sempre all'altezza della propria, meritata
fama.
E di questi tempi
incerti non è poco!
Marco Lorenzo Faustini
Chihiro Yamanaka
European trio in
“Somethin’Else tour 2014”
Alexanderplatz (Roma,
Via Ostia 9)
http://en.wikipedia.org/wiki/Chihiro_Yamanaka
http://www.chihiroyamanaka.com/
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