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2024/04/12

2024 04 Italians Do It Better

 

Lo strappo è, naturalmente quello di Conte. Così titolano i giornali "seri" sul tema delle scosse sismico/giudiziarie (e di assestamento ?) che stanno decimando sia la giunta regionale della Puglia che quella comunale di Bari.

La colpa è, per definizione, sempre di qualcuno del M5S (che riesce, comunque, assai spesso a farsi del male da solo, vedi la valanga di fuoriusciti che passano dal grido di "onestà onestà" a quello più prosaico di "meno male che Silvio c'è" senza fare un plissé).

Continueranno a dare la colpa a Conte per i fantasmiliardi del superbonus (gestito per 8 mesi dal Governo Conte) e poi dal fenomenale Draghi e dall'ineffabile Meloni. Mai qualcuno che osservi che qualcuno dell' "Inquisizione rigorista" allignava da mesi e mesi nei vari sottogoverni e forse dovrebbe imparar meglio a far di conto.

Del resto erano colpe del M5S i pini che cadevano facendo vittime a Roma ai tempo della Raggi (ora che fanno vittime a Roma ai tempi di Gualtieri non vale la pena agitarsi troppo, la tavola è già apparecchiata per il Giubileo alla matriciana del simpatico sindaco chitarrista).

Erano e sono colpe del M5S la Via della Seta, i 200 e passa miliardi del PNRR (troppi, commentano i sapienti, i saggi, i preparati, gli stessi che prima si lagnavano di quel "Conte che va a Bruxelles col cappello in mano"), l’opposizione al riarmo ad libitum dell’Ucraina ecc…

Erano colpe del M5S i DGLS (il sempre brillante Cassese ci spiega che quelli del Governo Conte -ma la pandemia era solo un dettaglio sfuggito ai più- erano incostituzionali mentre Draghi... beh Draghi... non si discute).

Erano colpe del M5S il lockdown quando in Italia l'area Bergamo Brescia era l'epicentro europeo della malattia (e quindi di riflesso le colpe si riverberano anche su tal Roberto Speranza "quello della lobby dei vaccino" ho sentito dire). Indubbiamente avrebbe fatto meglio Conte a seguire i consigli dell'ottimo politico lombardo che suggeriva, a giorni alterni, di "aprire tutto" o "chiudere tutto" o quelli dell'altrettanto ottima politica che "1000 euro a tutti basta un click".
Sono molto contento che tutti i problemi dello stivale siano attribuibili a una sola forza politica. In effetti dalla caduta di Conte le cose vanno a gonfie vele: il blocco navale funziona a meraviglia, le finanze sono state rimesse in riga, la legge Fornero è stata superata (il dettaglio che lo sia stato in peggio è, ontologicamente, solo un dettaglio), i giovani più promettenti non lasciano più l'Italia, abbiamo una compagine governativa invidiabile, a cominciare dalla Ministra del Turismo (sotto indagine ma fa nulla) e da quello della Cultura  (che saltò qualche lezione di geografia).
Chi avrebbe mai detto che avremmo vissuto, scacciato il bubbone grillino, il “tempo del latte e del miele”?

Spero comunque di vivere abbastanza a lungo e in salute per vedere lo Stadio della Roma, il Ponte sullo Stretto, l'auspicabilissima riforma delle autonomie regionali differenziate e quella, ancor più attesa, del premierato (saremo l'unico paese al mondo con questa forma costituzionale ma si sa "Italians do it better").
Frattanto vi mando il mio saluto. Pace e bene.

2020/11/18

2020 11 18 Italietta un tanto al kilo


"Quando saremo venuti fuori da questa emergenza, bisogna fare una riflessione. Io sono un autonomista da sempre, ma autonomia vuol dire responsabilità. L’autonomia non è il sindacato del territorio. Le Regioni sono nate come un ente funzionale, non gerarchico. La Regione è a servizio, non è a comando. Non rappresenta un popolo. Non ha una bandiera ma uno stemma. Non ha un governatore ma un presidente"

Pierluigi Bersani sul Fatto Quotidiano di oggi (18 nov 2020)


Finalmente cominciano a capire che la riforma del titolo V della Costituzione, tanto per  scimmiottare il federalismo dello 'statista' Bossi, è stata una pazzia.

E non venitemi a tirar fuori la riforma di Renzi Boschi e Verdini da Rebibbia, che era un mezzo colpo di Stato travestito.

Avesse, il Matteo R. diviso il referendum in diversi quesiti si poteva ragionare, ma l'ingordigia di potere più altre intese sommerse hanno avuto la meglio. 

Un'occasione storica mancata e certi treni passano una volta sola.

2020/09/22

2020 09 22 La faccia di Molinari


L'icona televisiva che resterà per un po' nella mia memoria, in questo inizio autunno 2020,  sarà quella dell'attuale direttore di Repubblica, Molinari. Ieri sera commentando il risultato del referendum sembrava guardarsi attorno con lo stupore di chi è caduto da un banano. 

Ma possibile che tra Corriere, Repubblica,  Stampa, Messaggero, Gazzettino, Mattino non ci fosse nessuna di queste menti acute (e ben pagate) che considerasse il SI al referendum come un'azione di buonsenso? E neppure quell'aquila tranmarxista dell'ineffabile Fusaro (che è cieco ma è molto intelligente -cit. Giorgio Gaber)... tu quoque Dieguito?

Non un voto di protesta, un voto di buonsenso. 

E Cottarelli che dice? Tanti studi, tante analisi e chi pagherà il costo di questa consultazione così inutile, dispendiosa, divisiva? Tra l'altro avesse trionfato il NO il Presidente Mattarella sarebbe stato costretto di fatto a sciogliere le Camere. Ma perchè non imparate il gioco degli scacchi, dove vince chi guarda alle successive 10 mosse?

E parlando di lungimiranza credo che i pentastellati debbano fare una scelta. O si accettano dei compromessi, mantenendo fermi dei principi fondamentali (ad es. se un magistrato mette Salvini sotto inchesta non lo salvi con l'immunità parlamentare) o si finisce per fare l'opposizione al Governo al quale partecipi. Come la Lezzi che si spellava le mani al comizio di Di Battista contro il voto disgiunto in Puglia... Molto lungimirante (del resto una che chiama suo figlio Cristiano Attila qualche dubbio me lo insinua...

Bene. Me ne torno ai miei studi sul XVI secolo. Troppa realtà tutta insieme mi fa male. 

PS qualcuno dica al simpatico Burioni che il Covid, contrariamente alle sue profezie, è arrivato in Italia, e a Tarro che con il caldo non se ne è andato.

Saluti a tutti e... vogliamoci bene.

2016/11/20

2016 11 20, Referendum

Come voterò al prossimo referendum sulla riforma costituzionale lo sapete già. La riflessione che faccio oggi è che in ogni caso, comunque vada, questa consultazione lascerà un Paese ancora più diviso, più in conflitto con sè stesso. Gli animi si fanno esacerbati, vedo e sento promesse di vendette “ve lo faremo vedere noi”. Questa è la sconfitta sicura di una Nazione e di un popolo e posso predirla senza tema che i sondaggi mi smentiscano. Non solo il Referendum è stato personalizzato ma perfino i singoli individui stanno dando la stura alla propria collezione di demoni e di frustrazioni: umane, professionali, sentimentali perfino.
Non ricordo un clima tanto conflittuale neppure quando assistetti al Referendum sul divorzio  (era il 1974, io avevo 14 anni). Non ho mai visto tanti soldatini schierati, artisti, cantanti, giocatori di calcio. Mi verrebbe da dire: ma voi cosa c’entrate, in tutto questo?

Capisco si pronuncino, in un senso o nell’altro, i personaggi politici, i giornalisti, gli esperti di diritto. Ma che ogni nano, ballerina, cantante d’operetta o ballerino di flamenco ci debba sciroppare la propria personale opinione mi genera un senso di nausea.


Comunque vadano le cose il conflitto e la divisione sarnno riverberati, amplificati nei mesi a seguire. E la posizione di vantaggio sarà forse più di chi è stato sconfitto se le cose andranno peggiorando, se l’economia continuerà a perdere colpi, se gli sbarchi di disperati dall’altra sponda del Mediterraneo proseguiranno. Gli sconfitti potranno dire, sia dall’una che dall’altra parte della barricata: lo vedete, è colpa vostra.

Perché le previsioni, a parte quelle di facciata, non sono promettenti. E mi permetto di guardare con scetticismo a quelli che, da ambo le parti, vogliono illuderci che la vittoria della propria fazione porterá fiori e sorrisi. Non voglio fare del pessimismo, vedo gli scenari, gli indicatori macroeconomici pieni di allarmi e questi fosche previsioni vanno ben oltre gli angusti confini nazionali. Per cui inviterei tutti, soprattutto quelli che trovano in questa consultazioni l'ennesima occasione di sparare ‘parole in libertà’ e slogan senza costrutto, a lavorare meno di fantasia e, possibilmente, ad accendere il cervello.

Saluti cari.

2016/07/12

Lo stadio della Riomma





Con i trasporti allo sbando, la spazzatura che raggiunge alte e non retoriche vette, la Metro "C" che è finita (guarda caso) ancora nell’occhio della magistratura ovviamente la priorità per la Città Eterna (così chiamata per l' "eternit” sparso a piene mani su tutto il suolo comunale) è la realizzazione dello Stadio a Tor di Valle.
La vera, la autentica priorità per noi tutti i cittadini. Lo Stadio e le Olimpiadi sono la coppia vincente che ci traghetterà, in allegria, verso un futuro roseo.
Ora sento già levarsi il coro dei grandi urbanisti, tutti esperti e fini conoscitori dell’arte di Vitruvio accompagnato dal clamore dei tanti insigni economisti (della domenica) che affermano che la mancata realizzazione dell'opera rappresenterebbe una grande occasione perduta, quando ormai una folla di investitori privati era pronta, i soldi in bocca, a finanziare il grande progetto.
Senza entrare nelle polemiche su Berdini, su Verdini o su Verdone ( tutti personaggi dei qualio mi interessa assai poco) mi permetto di ricordare una vicenda che, per certi aspetti, rassomiglia e non poco all' "affaire" Stadio.
Mi riferisco alla la vicenda della autostrada A35, la cosiddetta BREBEMI. Anche lì l’affare era sicuro, il pubblico non avrebbe sborsato una lira (pardon un euro), l'opera era necessaria, impellente, un autentico business che avrebbe reso tutti felici e contenti.
Ma ecco qualche dato (mi scuso di prelevarlo tal quale da Wikipedia).
***L'autostrada, che la società di gestione dichiara essere stata realizzata in finanza di progetto, aveva un costo preventivato di circa 1 420 milioni di euro, a carico dei privati che pianificavano il rientro della cifra investita tramite l'incasso dei pedaggi; al momento dell'inaugurazione, tuttavia, i costi erano lievitati fino a 2 400 milioni di euro, in gran parte coperti dalla Banca europea degli investimenti (prestito da 700 milioni) e dalla Cassa depositi e prestiti (820 milioni). Inoltre l'elevato pedaggio (circa 15 eurocent/km contro i 7 dell'A4 che copre lo stesso percorso) e il fatto che l'autostrada sia sostanzialmente un doppione del preesistente tratto di A4 che collega Milano a Brescia hanno fatto sì che il traffico previsto di 60 000 veicoli al giorno, ritenuto necessario per rientrare dell'investimento in tempi ragionevoli, non sia mai stato raggiunto, attestandosi altresì sulle 20 000 unità; il governo italiano, con la legge finanziaria del 27 dicembre 2014, e la Regione Lombardia hanno quindi stanziato complessivamente 360 milioni di euro; il primo, sotto la denominazione di Fondo interconnessione tratte autostradali, ha stanziato 300 milioni erogabili in quindici tranche annuali di 20 milioni dal 2017 al 2031, mentre la seconda ha stanziato 60 milioni; la manovra è stata ampiamente criticata da vari politici e da Legambiente, che hanno sottolineato sia l'inutilità dell'autostrada, incapace di finanziarsi con il proprio traffico, sia l'inopportunità di finanziare con denaro pubblico un'opera approvata sotto la condizione che dovesse essere interamente finanziata da privati; per quanto riguarda altresì i finanziamenti promessi dalla Regione Lombardia, le polemiche hanno riguardato l'inopportunità di elargire 60 milioni di euro a una struttura in perdita invece di finanziare sanità e istruzione pubblica nella Regione.***
Mi colpisce il parallelo tra le due vicende. Prendetelo come un ragionamento da padre di famiglia. Lascio a menti più fine la prosecuzione del dibattito.

"A riveder le stelle" Dante, Inferno XXXIV






2016/06/07

2016 06 "Dai Giaché, facci sognare!"



Dormano sonni tranquilli i compagni rivoluzionari del Partito Democratico dell’era de “El Bomba”: alla fine il prode Giachetti vincerà e capitanerà una giunta-armata Brancaleone che con perizia e professionalità finirà di spartirsi gli ultimi bocconi di carne, i più succulenti.

Giachetti, a ben pensare, mi sembra anche una brava persona, una persona onesta, ma come tutti i radicali ha un peccato originale: vogliono fare gli anti-sistema godendosi tutti i privilegi del sistema.

L’antropologia di questi soggetti si riassume nei Rutelli, il sindaco in motorino che finì in affari con i Caltagirone, nelle Bonino sempre indignate col nasino all’insù che fanno la rivoluzione da vicepresidente del Senato, da Ministro o da Commissario Europeo ai Flussi Migratori. Ma non scordiamoci i Capezzone (soldato di ventura passato a guidare le truppe di Silvio, ahimè senza grandi trionfi, eppure era tanto bellino), ai Taradash (solo quattro legislature alla Camera ed una all’europarlamento) ormai al soldo di Alfano e Matteoli (i Che Guevara & Castro de noantri).

Ma Giachetti è un uomo perbene. E’ Renzi che non lo è, questo è il problema.

Vincerai Giachetti, alla fine vincerai perché l’italiano medio (e più medio del romano medio non ce n’è) è scontento ma, nel fondo, un po’ fifone. Si tiene la monnezza e aspetta, paziente, l’autobus sotto il sole impietoso.

"Nun ce stanno i sordi, signò" (cit. da sportello dell'ATAC). Certo: sono finiti a finanziare Buzzi e Carminati, le prodezze di Panzironi e Mancini, l’acquario con i pesci virtuali di alemanniana memoria nel laghetto ormai semi- prosciugato dell’EUR, le fuksassiana nuvole tanto effimere quanto incomprensibili.

Dai Giaché, facci sognare: uno stadio nuovo per la Riomma e qualche altra alzata di ingegno suggerita dall’esercito sempre affamato degli amici costruttori, sotto la sapiente regia dell’ineffabile Maria Elena Boschi e lo strategic advisoring di Davide Serra

E non scordare di intitolare una strada, fosse pure un vicolo cieco ad Almirante. Perché in fondo, come diceva Clint Eastwood, “siamo morti un po’ tutti in questa guerra”.


A riveder le stelle.

2015/12/11

2015 12 Girotondi viola-arcobaleno...




E i girotondi? I popoli viola? Gli arcobaleni? Gli indignati, quelli che polemizzavano, secondo me con tutta la ragione, sulle molte ed infelici scelte di Silvio Berlusconi & Co... dove sono finiti?

Arrivano i Jobs Act, le svendite del patrimonio di Bankitalia, le ghigliottine sui dibattiti parlamentari, i salvabanche di domenica pomeriggio, le leggi elettorali sartoriali a misura delle forme delle Boschi eppure ...

...i giorotondi non girotondano, i popoli viola sono ormai ridotti a un rosa pallido, gli arcobaleni hanno perso i colori in lavatrice...

Nanni Moretti, dove sei Nanni Moretti? E Benigni, tu che declamavi con le lacrime agli occhi la Costituzione... che fine hai fatto?

Perché vedete, amici miei, a me non frega nulla di Berlusconi, di Letta (senior & junior), di quel cadavere tossico e nocivo di Monti, né tanto meno di Renzi. Non mi interessavano né mi interessano né mi interesseranno le singole persone che occuperanno i posti di comando di questa disgraziata società.

Io mi sforzo di valutare le azioni, la gestione, le scelte messe in atto, i fatti. Non le chiacchiere. Non le promesse. Non le scelte ipotetiche, gli scenari fantascientifici...

Perché, cari amici, è importante usare il pensiero critico. Non contro il nemico, ma a favore della verità. Mentre lo sport nazionale è sempre lo stesso: correre in soccorso del vincitore.

Già si defilano i renziani di ferro, pronti a saltare sul carro di Grillo, di Salvini, di Scortichini Guido. Interessati a starci sopra su quel carto, mai focalizzati a risolvere i problemi (e ce ne sono tanti).

Sempre pronti ad inchinarsi in riverente ossequio. Bruno Vespa e Fabio Fazio insegnano.

Dunque certi silenzi mi fanno riflettere. Evidentemente ai tanti ex-oppositori di colpo ammutoliti piace molto più Davide Serra di Ennio Doris.

Contenti voi.


2015/07/18

2015 07 14, Festa di Laurea



La grande festa dei laureati di Ca' Foscari in Piazza San Marco mi sembra la giusta rappresentazione della generazione di bimbiminkia che ci attende.

Molti di loro andranno ad arricchire le file dei disoccupati ma intanto festeggiano neppure avessero conquistato un premio Nobel.

Io, illo tempore, me la cavai con una pizza e una bottiglia di vino rosso, festeggiando con quattro amici fedeli. Le aziende ci cercavano perfino prima che avessimo terminato gli studi e tempo da perdere dietro a queste sceneggiate proprio non ne avevamo.

Buona fortuna, cafoscarini, e fornitevi di scarpe robuste perché la strada che porta oltre il confine è lunga e faticosa. 

E, se posso darvi un consiglio, concentratevi sulle cose sostanziali e questa manfrine lasciatele ai sindaci taglianastri e ai venditori di spazzole promossi sul campo.

Saluti

2014/11/16

2014 11 16 Italian Schizophrenia

Il premier Matteo Renzi non finisce mai di snocciolare il lunghissimo elenco di successi inanellati dalla sua formidabile e gioiosa macchina da guerra.

E' a Bucarest, poi a Brisbane, poi appare a Bruxelles (gli mancano Fatima e Lourdes ma siate fiduciosi). Viene da chiedersi se non si sia clonato (come il compianto Saddam Hussein) e mandi in giro repliche di sé stesso a ripetere, all'infinito, lo stesso discorso di auto incensamento.

Cambia lo sfondo: a volte c'è il sorriso radioso della Ministra Boschi, alle volte la dentiera del Ministro Lupi (pazienza, non si può vincere sempre).

La riforma del Senato (che c'è ma non si vede), quella della Pubblica Amministrazione (concepita dall'acuta mente della ministra Madia), la riforma del Lavoro (abolito l'art. 18 dello Statuto del Lavoratori si stanno formando file di investitori stranieri alle frontiere che non vedono l'ora di confrontarsi con una Giustizia dai tempi geologici ed una Burocrazia che sembra uno slalom speciale tra paletti, date e comma bis).

Riforme su riforme, dal Titolo V della Costituzione, alle Province (anche quelle ci sono ma non si vedono più, come aerei Stealth che sfuggono ai radar).

Ma soprattutto c'è lo Sblocca Italia. Quella è l'arma letale che distruggerà ogni traccia di recessione, una sorta di chemioterapico miracoloso. E allora giù trivellazioni, discariche, concessioni edilizie, ponti, cantieri, TAV, EXPO, MOSE (quest'ultimo con targhe commemorative degli ineffabili Sindaco Orsoni e Governatore Galan).

Ma ad infastidire questa Marcia Trionfale, questa Celeste Aida da Pontassieve interviene, irrompe, deflagra, ruggisce ed infine esonda una realtà un tantino diversa.

Quella dell'Italia che frana, delle colline che si sfarinano, delle strade che si aprono in allegre voragini, delle case sommerse dal fango.

Ma non temete, amici. I caterpillar dello Sblocca Italia saranno la 'soluzione finale'. Nuove gallerie, nuove strade, nuovo cemento. qualche bel condono per rilanciare l'industria sempre fiorente del mattone, qualche centro commerciale per dare un aiutino alla malavita organizzata a riciclare un po' di danaro.

E tutto tornerà a posto. Lo dice Matteo e lo confermano un dream team di personaggi del calibro di Briatore, Marchionne e De Benedetti.

Ossia che siamo a posto. Se sopravviviamo fino a primavera andremo a votare con una bella riforma elettorale, concepita da Denis Verdini e dico Denis Verdini!.

Il tutto sotto la supervisione dell'inossidabile Presidente a vita Napolitano e del neo ministro degli Esteri Gentiloni.

Con una squadra del genere non occorre neppure partecipare. Praticamente abbiamo già vinto (noi del Patto del Nazareno, intendo!).

2014/11/01

Della trascurabile sparizione del fatti...

Non ce ne siamo accorti, ma i fatti si stanno estinguendo. Come certe specie animali. Semplicemente, puf, spariscono. Un giorno non li trovi più. E poco a poco ti abitui alla loro assenza.

Ad esempio: Stefano il drogato non esiste. Non è mai morto perché non esiste. E se è morto, e dico se, è solo perché si è trascurato, si è iniettato sostanze che lo hanno portato a morire e poi, in una sorta di nemesi, a risorgere dai morti, come un suo illustre predecessore, per poi cospargere il proprio corpo di tumefazioni e di lividi. A imperitura memoria. Lo dicono gli avvocati dei medici, dei secondini, degli infermieri. Non è spirato, è sparito. Attenti alle inversioni, signori!

La casa con l'affaccio sul Colosseo. Sparita anche quella. Prescritta. Il glossario giuridico è ricco, farcito di questi termini che all'uomo comune, alle persone normali, quelle che si alzano alla sette del mattino per andare a lavorare, fanno anche un po' impressione, un po' senso.

Sparita la trattativa tra lo Stato e la Mafia. Sparite le intercettazioni, anzi fatte distruggere, e dunque anche loro, puf, sparite. Cioè non ha senso parlare di "indicibili accordi". Se no perché scomodarsi a chiamarli indicibili?

Sparite le fabbriche, anzi delocalizzate, puf.

Sparite le tangenti,sparite le idee, sparite le speranze.

Spariti i sindacati, dipartiti i partiti. Esiste solo un conglomerato, un'accozzaglia di gente riunita tutta attorno al nuovo capo, quello con la claque attorno. Ed il carro del vincitore è talmente immenso da essere come un buco nero, una massa gravitazionale talmente forte che riesce, ci insegnano, a torcere la luce.

Cioè a trasformare il tutto in nulla.

Il fatto si trasforma in qualcosa che è un'opinione, una semplice impressione. Svanisce poco a poco, in un'evanescenza impalpabile.

I disoccupati spariscono. Lo dice il Ministro. Le statistiche, le percentuali, aumentano gli occupati, e dunque cresce il tasso di disoccupazione, e poi ce lo spiega il finanziere Serra, quello dei "put" e dei "call",

Ce lo spiega e ci emoziona perché lui è un vincente, sicuramente non si alza alle sette del mattino, sicuramente non dorme mai, e gestisce un fondo che gestisce altri fondi che si collegano a titoli che però non sono titoli bensì derivati, cioè scommesse.

Ora sto guardando la riva del mare. Le onde arrivano languide. Provo a sfiorare l'acqua con le dita. La tocco. E' bagnata. L'acqua è bagnata. I gabbiani stridono nel cielo. Ma esiste, l'acqua? Esistono i gabbiani? O è tutta un'illusione?


2014/10/20

2014 10 19: il Premier Renzi e l'offerta speciale



L'ospitata di ieri su Canale 5, rete ammiraglia di Mediaset, è la prova provata del passaggio di testimone: dal vecchio leone Silvio Berlusconi alla giovane iena (ridens) Matteo Renzi, senza soluzione di continuità. 

Chi ha votato per Renzi ha implicitamente preso tutto il bundle: l'offerta comprendeva anche Denis Verdini, Niccolò Ghedini, le ospitate dalla D'Urso, le larghe intese, la promessa di 800 mila posti di lavoro, Napolitano presidente a vita.


Tutto incluso nel pacchetto e, come omaggio ai clienti più fedeli, la firma del TTIP che finirà per distruggere il poco che resta dell'economia italiana. 


Complimenti a tutti!


2014/07/27

2014 07 27 Metafore...




Dicono che la Costa Concordia del 2012 fosse proprio una metafora dell'Italia: spiaggiata e senza speranze.

MA POI ARRIVA RENZI e allora la Costa Concordia diviene, nel suo viaggio verso Genova, la metafora dell'Italia-morto-che- cammina (uolchideed come direbbe il Premier nel suo inglese avventuroso) e che si avvia, mestamente, verso l'inevitabile rottamazione...

Vi conviene, Italiani, giocare ancora alle metafore?


2014/06/05

2014 06 05 Incazzato nero


A me voi italiani state sulle balle e non è un caso che due membri su quattro della mia famiglia siano nati all'estero. E l'estero (non sto a specificarvi neppure quale, dato che si tratta di affari miei) rappresenta per me l'unica via di uscita (non di fuga) rallentata solo da pochi vincoli familiari.

Voi italiani siete ipocriti. Vi strappate i capelli se uno dice "cazzo", ma poi se quello stesso vi svaligia casa, pezzo a pezzo, siete molto accondiscendenti ed anzi lo aiutate pure ad impaccare la cristalleria affinché la possa portare via con comodo.

Voi italiani siete conservatori. E non dico di destra, o di sinistra, o di centro. Lo siete tutti, indifferentemente. Il cambiamento vi uccide perché siete talmente abituati a nuotare nel vostro stagno d'acqua putrefatta che siete ormai convinti che tutto il resto dell'universo sia composto della vostra stessa melma. La vostra anima meschina è ben descritta da un acquitrino.

Voi italiani non avete mai compreso la democrazia. La democrazia è difficoltà, è mettersi in discussione, è dialettica, compromesso ma è anche, se essa è sana, una decisione che si prende a maggioranza, con tutti i rischi del caso. Non avendo nessuna forma di intelligenza la vostra dialettica politica si esaurisce nel deridere l'avversario perché indossa i calzini bianchi. E questo rappresenta il massimo del vostro sforzo intellettuale.

Voi italiani cercate sempre l'Uomo della Provvidenza. Quello che vi propone le soluzioni semplici, scontate, banali. Per voi italiani pensare è sempre uno sforzo troppo impegnativo. Voi amate buttare il sasso nello stagno (e dunque, visto  che ci galleggiate, finite per tirarvelo in testa). Ma mai e dico mai sapete prendervi una responsabilità. Il luogo comune, la battuta (copiata ed incollata, non certo farina del vostro sacco) sostituisce qualsiasi scambio di idee. E se qualcuno prova a proporvi anche solo un dubbio non potete che deriderlo.

Voi italiani parlate  tutte le lingue, dato che non ne conoscete nessuna. Voi italiani andate all'estero ma non capite mai nulla di nulla. Non capite di essere, ormai, una barzelletta vivente, una vignetta satirica piazzata sulla quarta pagina di un giornale di provincia. Ridete, sempre e dovunque, senza sapere di essere voi lo zimbello, lo scherzo della natura.

Per voi italiani, dal giovane all'anzianotto, tutto è dovuto. I diritti sono acquisiti: allo sciopero selvaggio, alla pensione giovanile, alla rendita vitalizia, al posto fisso, alle cure sanitarie. Quanto meno avete lavorato quanto più vi sentite tronfi e sicuri di voi. Quanto meno avete studiato quanto più vi percepite dotti ed eruditi.

Perché voi italiani, alla fine, siete soddisfatti. Tutto finisce a taralli e vino (ma i taralli e il vino o sono d'importazione cinese oppure, se locali, nascono da terre avvelenate). E dunque buon appetito, miei concittadini.

Voi italiani non sapete neppure gestire un condominio. Non un Comune, non una Regione. Siete la parodia dei grandi che vi precedettero. Vi paragonate ai gladiatori ma la cosa più rischiosa che fate è giocare a calcetto sul campo di tartan. Vi considerate grandi architetti ma al più costruite centri commerciali di pessimo gusto.Se ci fosse una bomba selettiva, che risparmiasse i monumenti, i quadri, gli stucchi, le porcellane, beh, sarebbe ora di buttarla. E che l'umanità si liberi di questi vecchi inaciditi, con le loro pensioni arraffate, di questi giovani intamarriti in mutande firmate (magari anche tarocche) ed istruiti da TV a basso costo.

Spero che i  nostri figli, andando all'estero a studiare, a lavorare, abbandonino questo paese di rovine, di città mandate in malora, di opere pubbliche a malapena iniziate e mai terminate. E spero che acquisiscano un po' di educazione civica che non possono aver appreso, certo, dai loro genitori.

Spero che i vostri ragazzi, ma quelli giovani veramente, non i quarantenni imbolsiti che continuate considerare come futuri premi Nobel o talenti incompresi, vi abbandonino qui, a morire tristi e soli. Magari con un politico in disarmo ad allietare, con qualche barzelletta sporca, i vostri ultimi giorni.

Buonanotte.

P.S. La foto, trovata su Google, si riferisce ad una discarica abusiva a Gragnano (NA) il paese della pasta.

2014/05/26

2014 05 26

Cosa è successo in Italia, con queste elezioni europee del 2014?

Ci sono molte domande ed è difficile trovare le risposte adeguate. Ecco dunque qualche considerazione.

In Italia prevale la conservazione. Renzi la incarna bene, mimetizzandosi dietro al giovanilismo e a delle ministre carine ed anche abbastanza decenti (abbiamo visto di molto peggio). Renzi non è l'erede di Berlinguer, ma di Andreotti, di De Mita, di Buttiglione.

In Italia le piazze, i blog, le paginate su facebook, il popolo della rete contano, ma non abbastanza. C'è molta popolazione che si informa, di politica e di economia, dai titoli dei giornali e dalle salottate da Vespa. E allora non si può trascurare che se ti metti a dire, ironicamente, di essere oltre Hitler, quelli riportano, a caratteri cubitali: GRILLO E' PEGGIO DI HITLER.

Ha vinto, più che il PD, il partito di Repubblica, con la sua Sorgenia, la sua bella TAV, le meraviglie dell'Expo 2015, gli F35.

Siamo passati dalle tessere della P2 di Berlusconi a quelle, più soft, meno eversive, dell' ingegner De Benedetti. E' già qualcosa, se vogliamo consolarci così.

C'è comunque una nazione che continua imperterrita a votare per  Forza Italia, nonostante Berlusconi, Previti, Dell'Utri e co. siano nelle patrie galere e dintorni.

C'è una nazione che continua imperterrita a votare Lega Nord nonostante Belsito, i diamanti di Bossi, le finte lauree albanesi del Trota.

E dunque certi tentativi di fuga in avanti si scontrano con un ventre molle che, di fronte agli ottanta euro e ad un po' di demagogia di quella buona non ci pensa due volte.

C'è molto, ancora, da riflettere. Rifletteremo!

Un caro saluto a tutti.

2014/04/06

Il dilemma amletico sul "2x1000"




Mi piacerebbe scegliere la Lega Nord fra i beneficiari del 2x1000 così che, con i miei spicci, il Trota possa prendere una seconda laurea, questa volta magari a Lubiana visto che Tirana l'ha già visitata.

Il 2x1000 al Partito Socialista? Magari per restaurare il monumento funebre a Betttino Craxi, morto in doloroso esilio?

O a i Fratelli d'Italia? Per pagare una cenetta a lume di candela a Crosetto e alla Meloni?

Ma vorrei anche dare una mano a Casini che, dopo tanti anni di durissima opposizione, non sa più come sbarcare il lunario?

Forza Italia no, tanto a Silvio penseranno, pare, dal 10 aprile,  i servizi sociali.

Ma poi è un'intuizione matematica che mi viene in aiuto. 2x1000=2000 ma siamo ormai nel 2014!

Amici miei, mi sa che avete perso il treno. Quello della Storia, quello della Geografia. E quello del Buonsenso!

Kisses,

m.

2014/02/03

Pierferdinando (o dell'eterno cambiamento) (o dell'eterno ritorno)



Il LobetaBlog poco o nulla si occupa di politica (e forse fa male).

Ma Pierferdinando Casini è un oggetto di studio antropologico troppo ghiotto per lasciarselo scappare via. Egli rappresenta, per chi vi scrive, il politico che meglio può essere preso ad emblema vivente (spero per lui per molto tempo ancora) dell'Italia, della mentalità italiana, del modo d'essere, anzi della ragion d'essere del Belpaese.

Casini è un ex tutto: ex DC mastelliano, ex UDC, ex filo leghista, ex filo finiano, ex berlusconiano, ex montiano. Già da oggi possiamo dire ex alfaniano (quanto durerà questa tappa del suo cammino 'spirituale'? Sei mesi? Troppi? Esagero?).

Sempre pronto a rituffarsi sul carro del vincitore, l'importante, per lui, è la poltrona, il seggio, l'intervista. Non c'è nessuna ideologia dietro di lui (nè tantomeno dentro di lui). Lui è la sua stessa presenza, è il corpo (non quello mistico), è il suo sguardo rassicurante da ragazzone ormai attempatello ma sempre infarcito di buoni propositi, è il grande vogatore ma verso non si sa cosa, è il comandante in capo ma di chissà quale esercito.

Se fosse un dolce sarebbe un panforte senese (che dopo due morsi crea un senso di soffocamento e provoca un anomalo innalzamento della glicemia). Se fosse un'automobile sarebbe uno di quei diesel che speri un giorno si fondano per potertene sbarazzare e finalmente muoverti un po' a piedi o in bicicletta (che fa anche meglio).

E un popolo come il nostro, che ha l'ipocrisia scolpita ormai nel proprio DNA, immune da sempre ad ogni cambiamento, affascinato da uomini della provvidenza (da Mussolini a Padre Pio, da Berlusconi a Craxi) non può non essere sedotto da questo giovane sessantenne (è nato nel 1955) pieno di belle speranze, sempre così carico di buoni propositi, di sani principi.

Se potesse risposarsi (politicamente intendo e dunque platonicamente) la sua mogliettina ideale sarebbe Laura Boldrini. Loro due rappresenterebbero i Barack e Michelle nostrani, il nostro vero autentico 'dream team' al lambrusco, l'accozzaglia catto-comunista sempre pronta a sfoderare un sorriso. E con tutto quello che li paghiamo -e continueremo a pagare- almeno quello ce lo possono anche regalare.

Saluti dal LobetaBlog

2013/11/02

Divinità Bendate



La Giustizia è spesso rappresentata in forma di donna bendata con tanto di bilancino tenuto ben in alto. Ella, dunque, per essere tale, deve sforzarsi di non guardare in faccia nessuno, dovendo sempre soppesare i fatti con assoluta oggettività.

Poi stamani, appena sveglio, ascolto la dichiarazione del dottor Caselli, del Tribunale di Torino, persona stimabilissima. Il quale cerca di convincerci che nella scarcerazione di Giulia Ligresti non esiste alcun elemento anomalo.

Se non ricordo male egli afferma: che la scarcerazione è stata determinata da perizia psicofisica effettuata da specialista di chiara fama (del quale non ci fornisce neppure il nome, sarà per la legge sulla privacy). E da una richiesta, sorta dalla stessa imputata, di un patteggiamento della pena.

Dunque le telefonate dalla famiglia Ligresti al Ministro della Giustizia Cancellieri, quei rapporti tra il figlio della Cancellieri ed il Gruppo Ligresti (con tanto di buone uscite milionarie) e lo status dell' imputata sono elementi del tutto ininfluenti e trascurabili.

Allora mi consenta di dire, dott. Caselli, che ancora una volta la divinità bendata, in Italia è, molto più che la Giustizia, la Fortuna.

Fortunata Giulia a nascere rampolla di buona famiglia, a godere di tante belle amicizie, tante accorate telefonate, tante perizie da medici di chiara fama.

Per gli altri italiani, quelli come me, che non contano nulla, l'unica speranza è quella di giocare un biglietto della lotteria, sperando che Fortuna e Giustizia non deleghino, al momento dell'estrazione, nè Ligresti nè Cancellieri e, ahimè, neppure lei, caro dottor Caselli.

Cordalità,

MLF

2012/12/28

2012 12 Vudù sull'Italia




Mi sembra di vivere dentro un incubo. Fatto di vecchi dinosauri, di esseri mollicci e striscianti, di ragni pelosi che risalgono pareti ammuffite. Che sta succedendo? Eppure mi ero illuso che, dopo il ventennio sotto il beato Silvio Pagliaccioni voi italiani avreste ormai aperto gli occhi.

E invece il Cavaliere non demorde (motivato forse anche dal fatto che la sua azienda sta andando in malora e anche la sua ex moglie gli costerà 'solo' 3 Meuro mese per gli alimenti): gli tocca ridiscendere.

Al Professore tocca salire (e meno male che aveva garantito che, terminata la parentesi governativa se ne sarebbe tornato alla sua amata Bocconi).

I bocconi amari, invece, restano a noi: le certezze di uno Stato che tassa i più deboli (vedi la parabola dell'IMU, quella dell'IVA) e che aiuta le banche (vedi i 4 G euro versati al Monte dei Paschi dopo le brillanti operazioni).

Con le promesse di Monti ci si può fare un bel focherello: niente riforma delle Provincie (ma non ditemi che ci avevate creduto). Niente tagli ai costi della politica.

Il compagno Napolitano si è appena ritoccato (come in un intervento estetico) la paghetta alzandola a soli 250 Keuro all'anno.

I Mastropasqua prosperano (1 M euro di stipendi tra i vari incarichi). I dinosauri pascolano beati nei grassi giardini dell'Eden de noantri.

Potremmo fare a meno, che so io, della Bindi, di Pisanu, di Marini (Franco)?

Tornano, come in un incubo, i Dell'Utri, i Cosentino.

Pannella non è schiattato neanche stavolta (ma i carcerati se ne stanno sempre belli spiaccicati nelle loro celle). Del resto il radicale tocca, di volta in volta, i temi più importanti, dalla fame nel mondo alle libertà di parola. Un po' di rumore e il nulla a seguire.

Ritornano i Bossi, i Calderoli. Poltronopoli continua a generare generose poltrone.

Gubitosi a 650 K euro. Visco (Ignazio) pure. 650 K euro sembra il loro minimo sindacale.

Brunetta non riesce a pagare le sue tasse. Stellina di mamma, vieni da me che te li presto io, i soldini in attesa che ti liquidino il Nobel per l'Economia.

Non schiattano questi cardinali maledetti, impazienti di ungere il nuovo uomo della provvidenza. Purchè finanzi le loro scuole cattoliche, le loro università pontificie. Non crepano. C'è ancora Ruini (filo Berlusconi). C'è ancora Bagnasco (filo Monti). La Fornero assicura che le pensioni da 1200 euro non cresceranno. Su questo potete star tranquilli.

Il Grilli dei Parioli ha fatto un buon affare. Del resto il Monte Paschi si doveva pure sdebitare, o no?

Mi piacerebbe svegliarmi domani mattina e sapere che hanno avuto un infarto collettivo. Tutti. Strozzati dalla loro stessa avidità. Soffocati da un panettone che la Provvidenza (quella buona) ha servito loro su un piatto d'argento.

Un mondo senza Minetti e i suoi respingenti a un tanto al chilo. Senza la Santanchè, senza la Finocchiaro che fa l'indignata a vita (a 20 K euro al mese). Senza Formigoni, senza Calderoli, senza Alemanno, senza Schifani, senza Uolter Veltroni (che doveva andare a fare il missionario in Africa), senza Max D'Alema (che doveva andare a fare ... e basta), senza Ichino (che era vicino a PD ma ora si avvicina a Monti ma non è detto che poi non volteggi verso qualche altro), senza Fini (come la canzone di Gino Paoli).

Senza Giuliano Amato? E' concepibile un'idea del cosmo senza Amato?

Ci pensate come sarebbe più limpido il cielo?  Come respireremmo a pieni polmoni?

Io, dal canto mio, non voglio starmene con le mani in mano. Mi sono comprato un manualetto di vudù. Da stasera comincio a studiare. E vediamo come va a finire...

Buon 2013 a tutti!

2012/11/10

Il 25 luglio della nostra ignavia




Qualche giornalista un po' attempato ed anche bontempone, se vogliamo, si è divertito a definire lo scorso incontro ai vertici del Popolo della Libertà, con lo scontro tra il suo fondatore e leader carismatico Silvio Berlusconi ed il delfino (un po' sdelfinato) Angelino Alfano, come il "25 luglio del signor B.".

Siccome mi piacciono i numeri ma inseguo anche le intuizioni (che sono fatte di una sostanza perfino più sottile ed ineffabile) ho provato a fare qualche indagine.

Che cosa volesse indicare il giornalista con l'espressione "25 luglio" non lo sapeva nessuno. Del resto provate a chiedere in giro: perchè via "XX settembre" si chiama così, perchè sul Lungotevere, nei pressi della Sinagoga, c'è un largo intitolato "16 ottobre", per quale ragione Manzoni compose una poesia (pessima, per chi vi scrive) chiamata "il 5 Maggio", perchè nel film "Mediterraneo" una delle battute più felici è "ma non sapete niente? c'è stato l'8 settembre?" e l'altro risponde, basito "ma che c'entra? tutti gli anni viene l'8 settembre, ed anche il 9 e il 10...".

Forse questo modalità di citare, metonimicamente, una data per un fatto importante è ormai condannata ad un ineluttabile declino. Oppure la Storia è talmente costellata di date per cui, come i Santi della Chiesa cattolica hanno intasato i 365 giorni del calendario, anche gli eventi sono ormai pericolosamente assiepati.

O forse perchè la Storia non interessa più nessuno. Come tante altre cose. Forse perchè viviamo un presente talmente sommerso dai fatti, dalle news, dalle informazioni, che tutto finisce per avere lo stesso significato, ovvero nessun significato.

E dunque le date, i luoghi, le persone vengono risucchiate in un gorgo entropico, un brodo primordiale senza nè memoria nè coscienza.

Anche l'11 settembre è, per molti, un giorno come un altro.
Comunque, giusto per la cronaca:

Il 5 maggio del 1821 muore Napoleone Bonaparte e il buon Manzoni ne approfitta per farci il suo pistolotto sul "sic transi gloria mundi"

Il 20 settembre 1870 i Bersaglieri, attraverso la "breccia" attaccano le truppe pontificie ed entrano trionfalmente (si fa per dire) in Roma (per fortuna che la Porta Pia, michelangiolesca, viene volutamente risparmiata dalle cannonate).

Il 25 luglio del 1943 la cosiddetta Mozione Grandi depone Benito Mussolini decretando la fine del regime fascista.

L'8 settembre del 1943 viene firmato l'armistizio. L'Italia si tira fuori dal conflitto contro "la soverchiante potenza avversaria" . E, visto da altra prospettiva , si compie quello che Churchill definisce il più grande tradimento della Storia militare.

Il 16 ottobre 1943 è la data della deportazione dal Ghetto di Roma di 1022 ebrei verso il campo di concentramento di Auschwitz. Ne torneranno soltanto 17.

Se poi non sapete cosa sia successo l'11 settembre del 2001 è meglio che vi mettiate a ripassare un po' di storia contemporanea. Questa neppure io, che sono buono, ve la perdono.

Un fraterno saluto a tutti dal LobetaBlog.





2012/10/05

Ipse Dixit




“Per me può stare in Parlamento anche un condannato definitivo. Il Parlamento dev’essere la rappresentazione mediana del popolo che rappresenta: perché dovrebbe essere migliore?”

                                                                Sen. Avv. Piero Longo (Popolo delle Libertà)