Ma l'immensità del mondo, vista attraverso i cancelli della corte anteriore, gli spazzò via i pensieri. Guardò gli alberi, i campi sterminato, ma li guardò con occhi strani incapaci di afferrare le dimensioni, le proporzioni e l'uso delle cose. Così guardò per circa mezz'ora. E durante quel tempo, pur non potendo esprimerlo, sentì la sua anima come staccata dal mondo circostante, come una ruota dentata che non toccasse più gli ingranaggi, una pigra ruota di un torchio da zucchero di Behea buttata in un angolo. Le brezze lo ventilavano dolcemente, i pappagalli strillavano, ma tutti i rumori e le grida della casa brulicante battevano contro timpani morti.
Nessun commento:
Posta un commento