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2016/06/26
Intelligencija 2016
Sono interessanti le reazioni ai risultati del referendum sulla Brexit: meglio di qualsiasi cartina tornasole si evidenzia l'impostazione mentale di una certa intelligencija (1) che si è sentita tradita. I fatti, per pura e curiosa casualità, hanno smentito una realtà che aveva solo un piccolo, impercettibile, trascurabile difetto di produzione: era virtuale.
Dunque ora l'intelligencija si ritrova "inutile ed incerta" (come diceva Pascal). Smarrita. Tentata, di fronte al checkmate, di rovesciare la scacchiera urlando, sbraitando: "Non è giusto, non è giusto!".
Dato che l'intelligencija è per sua natura elitaria essa deve al più presto prendere le distanze dai propri errori per appiccicarli sul groppone di qualcun altro, possibilmente di classe inferiore. Sennò di che intelligencija staremmo parlando? L'idea stessa di un' intelligencija ottusa ci condurrebbe all'inevitabile aporia e non sia mai!
Ecco dunque partite a spron battuto le grandi analisi, di cui intelligencija si nutre in modalità compulsiva: "Hanno votato per la Brexit i vecchi ed i meno istruiti. E' giusto che le classi meno nobili, meno meritevoli di appartenere a pieno titolo alla Società abbiano potuto decidere un così brusco cambiamento di rotta? Che diritto hanno, questi qui, di stabilire il futuro del Regno, dell'Unione Europea, del Mondo intero?".
Ha vinto, anche qui, il populismo? Si noti che intelligencija quando pronuncia populismo lo fa sempre con malcelato disprezzo. Quando però si spinge l'analisi un pelino più a fondo si scopre che i giovani, quelli belli, alti biondi e laureati, hanno avuto tassi di astensione al voto assai più elevati che quelli riscontrati tra i vecchi rozzi e bifolchi. Il boomerang termina dunque la propria desolata parabola sulla zucca di chi lo ha scagliato con tanta rabbia e tanta precipitazione.
Ma anche tornando alle nostrane lande si è alzata la voce di chi ha sempre pensato che il popolo, la "belva cieca" (D'Annunzio?) vada guidato, debitamente condotto verso la verità. E la verità è quella che viene scodellata poco alla volta. Ma da chi? Da quella stessa intelligencija che è dotata di princìpi superiori. Del resto non lo suggeriva anche Antonio Gramsci, sostituendo con abile gioco di carte il machiavellico Principe con il Partito Comunista?
Non è a caso che uno degli epigoni di questa intelligencija tardocomunista si sia affrettato ad affermare "bisogna chiedersi quanto sia stato incauto proporre questo referendum su materie di enorme complessità” (3). Al solito sarebbe stato opportuno che il Soviet ci illuminasse. Peccato che il Soviet non ci sia più e che il muro di Berlino sia caduto. E il boom quella volta, caro Signor Presidente Emerito, lo abbiamo sentito tutti. Perfino Lei (4).
P.S.
Un sassolino dalla scarpa: è incredibile come nessuna tra le rappresentanti dell' intelligencija progressiva femminista abbia notato che per la prima volta in Italia abbiamo delle donne primo cittadino a capo di grandi aree (lascio a loro la scelta se chiamarle sindache, sindachesse, signore sindaco o come volete voi). Ma mentre scrivo mi avvedo di aver già la spiegazione giusta: esse non erano "dei vostri". E dunque deduco che il non appartenere all'intelligencija conti assai più che il gioire per un incredibile, storico passo avanti.
Marco Lorenzo Faustini, 2016
(1) termine d'origine russa
(2) termine d'origine russa anch'esso, che ci vogliamo fare?
(3) indovinate di chi parliamo?
(4) http://www.corriere.it/politica/12_maggio_08/napolitano-non-vedo-boom-grillo_f1760ec0-98f2-11e1-a280-1e18500845d6.shtml
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