Eccoci qui, di nuovo a parlare di Federico Casagrande e a commentare, questa volta, il nuovo
CD "At The End Of The
Day", registrato nel gennaio 2014 a Parigi ed uscito per l'etichetta CamJazz.
Il nostro amico prosegue il suo personalissimo cammino fatto di
esplorazioni, intuizioni, emozioni. E' un altro viaggio intorno all'anima,
quello di Casagrande, nei suoi recessi più intimi. Perché c'è sempre una punta
di esplicita inquietudine, un non-detto, un non-espresso che sembra implicare
che la ricerca della bellezza sia anche un processo che si avvicina
pericolosamente, sfiorandolo, al dolore.
Giocando con gli anacronismi direi che "At The End Of The
Day" ricorda le incisioni di William
Blake, i racconti di Edgar Allan Poe, certe piazze deserte di Giorgio De Chirico dove spicca, per contrasto, l'umanità
evaporata.
Federico crea un universo concentrico, attorno al quale operano i
suoi collaboratori, con un apporto di grande intensità ma anche di deferente e
meritato rispetto riguardo al Progetto, all'Idea creativa.
Perché il Casagrande-pensiero non è un albero dai frutti intrisi
di egocentrismo ma, al contrario, l’output di una personalità dominante che
crea, attorno a sé, un vuoto sonoro, un black
hole che ricorda il canto
ammaliante delle Sirene.
E tu, caro ascoltatore, farai come quel tale Ulisse che si fece
legare all'albero della nave oppure ti lascerai trascinare verso l'abisso? Chi
vi scrive, cari lettori, non ha avuto paura. Anzi, curiosamente, questa
musica è incredibilmente terapeutica e forse andrebbe venduta solo su
prescrizione medica. Del resto il musicista, il poeta, il pittore non sono
forse sciamani, in questo secolo inquieto?
Cinque stelle su cinque e finiamola qui.
Marco Lorenzo Faustini
At
The End Of The Day
Federico Casagrande, chitarra
Michele Rabbia, percussioni & elettronica
Vincent Courtois, violoncello
Vincent Peirani, fisarmonica
Vincent Courtois, violoncello
Vincent Peirani, fisarmonica
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