Sarà colpa del caldo di questo fine giugno romano ma la prima sensazione, all’ascolto di questo Sound Briefing, è stata quella di una grande freschezza, un tuffo corroborante già a partire dal primo brano “Yes I can, no you can’t” (di Lee Morgan) con una ritmica molto alla Hancock dei tempi eroici di “Takin’off” (e scusate se è poco).
Bosso e compagni ci regalano una corona di piccole gemme, quasi tutti brani originali. Il preferito, per chi vi scrive, è “Il fiore purpureo”, col suo tema appena un po’ malinconico ed anche apparentemente semplice ma che, se lo ascolti più di una volta, agisce come un mantra e, magari, ti fa anche del bene all'anima.
Tanti gli spunti, brano dopo brano, ma tutti dosati con una sapienza di chi sa a che punto proporre il basso, il piano, la tromba, il sax… E questo è mestiere, anche evitare di strafare, anche evitare di sovraesporsi (si tratta di registrazione in studio, dove i tempi debbono essere, per forza di cose, più ristretti rispetto alle situazioni dal vivo).
Chi vi scrive ha spesso mostrato di non apprezzare troppo il jazz nostrano. Ma, credetemi, non per una provinciale esterofilia; no: semplicemente non trovavo, in molti nostri artisti, quell’aureo bilanciamento tra forma e contenuto, tra spontaneità e cervello, tra innovazione e radici culturali.
Spesso al jazz italiano mancava l’approccio che in “Sound Briefing” è sotto gli occhi di tutti: una forma accattivante, godibile che però lascia all’ascoltatore il gusto di scoprire le tante sfumature, le sottigliezze, i giochi ritmici e le dinamiche all’interno di ogni brano.
Ascoltatevi il “Silly Toy” e, sono quasi certo, troverete una musica che, del passato, fa tesoro, ma chi proietta in avanti, con fiducia e, perché no, con un briciolo di ottimismo.
Forse la fase del jazz come musica difficile, pesante, incomprensibile, elitaria è finalmente conclusa. Si afferma gente che ha voglia di godere le proprie note, di star bene assieme (tutto il CD è intriso di questo piacere di suonare in gruppo, senza inutili divismi).
Fabrizio Bosso tromba
Gaetano Partipilo sax
Claudio Filippini pianoforte
Giuseppe Bassi contrabbasso
Fabio Accardi batteria
Yes I can, no you can’t (Lee Morgan)
Il fiore purpureo (Claudio Filippini
Hozic (Gaetano Partipilo)
Silly toy (Fabio Accardi)
Daniela’s walking (Giuseppe Bassi)
Silversonic (Geatano Partipilo)
Endelss dream (Giuseppe Bassi)
In volo (Fabrizio Bosso)
Billie’s bounce (Charlie Parker)
The rumproller (Andrew Hill)
The Jazz Convention è una band molto affiatata che ha, dietro di sé (e speriamo anche avanti!) un autentico progetto artistico. Bene: mi fermo qui. Comprate il CD e, se dovesse deludermi, fatemelo sapere. Anche solo per ascoltare Bosso, al flicorno, nel suo “In volo” io credo che ne valga la pena.
Attendo riscontri. Un abbraccio a tutti e complimenti.
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