2011/07/07

RAI Storia ovvero... la Storia che eravamo noi


Stavo saltellando,  nella mia notte insonne, tra un canale e l'altro, e mi è capitato di finire su RAI Storia; trasmettevano un reportage del 1971, condotto da Ennio Mastrostefano, che riguardava la sciagura del Vajont.

In bianco e nero, una TV asciutta, sobria, i partecipanti parlavano con proprietà, non solo i magistrati che avevano avuto un ruolo nelle vicende giudiziarie, ma anche i protagonisti della vicenda, i progettisti, i geologi, la popolazione.

Una TV che informava in maniera molto precisa e dettagliata sulle cause e concause che avevano prodotto la devastazione di Longarone. Anche il vicesindaco parlava bene, con la voce ancora turbata dai ricordi che gli avevano portato via, nel 1963, mezza famiglia.


La gente non si insultava, perfino nelle riprese presso il tribunale dell'Aquila, dove si era svolto il processo di primo grado, c'era una dignità che mi ha quasi commosso.

Che distanza siderale con la TV di oggi, con l'Italia di oggi. Siamo proprio andati, in media, decisamente in peggio: giornalisti, magistrati, sindaci. E anche la gente è, oggi, molto più scettica, più cattiva, più ignorante.


E non lo dico con l'aria di chi rimpiange i bei tempi andati (come si fa a rimpiangere Piazza Fontana, o le Brigate Rosse?) ma con l'animo chi registra un'involuzione antropologica, culturale.

E una cosa vi dico: la tragedia di allora (Vajont) è arrivata a definire dei colpevoli e a condannarli. Le tragedie di oggi, tra magistrati malati di protagonismo, inefficienza del sistema, prescrizioni brevi e processi lunghi, non approderanno a nulla.

Perchè siamo un Paese dove, da tempo ormai, anche per l'anima sono iniziati i saldi di fine stagione...

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