2008/05/14

Sebastiano del Piombo (Venezia 1485-Roma 1547): dentro la tela ed oltre



Non so da quanto tempo sono fermo davanti a questa tela che la critica attribuisce a Tiziano Vecellio (la dama di sinistra), a Giorgione da Castelfranco (il personaggio sullo sfondo) e a Sebastiano del Piombo (la dama di destra).

Vorrei che foste con me per lasciarvi avvolgere da questa spirale di sguardi obliqui, di piani sfalsati, di intima ed accennata complicità, di sensualità, di luci, di ombre, di luci ancora.

Più che vederla, questa tela, la si ascolta. Si può sentire il fruscìo della manica di seta sulla carne. Si può percepisce il calore della mano poggiata, con dolce fermezza, sul petto.

Non c'è nulla di sicuro, di certo, in questa scena. Il "non detto", paradossalmente, pesa di più dell'esplicitamente dichiarato. E' forse vero che la dama di sinistra guarda quella di destra, ma questa, a sua volta, chi sta osservando? E l'uomo sullo sfondo? Quel suo modo di piegare la testa cosa indica: attesa, aspettativa, incertezza, esitazione, timore?

Questo Sebastiano, venticinquenne, si permette virtuosismi compositivi e pittorici degni solo dei grandi artisti. E tanto diverso risulta dall'uomo che, dopo il Sacco di Roma, dopo lo scisma luterano, incarnerà l'archetipo del pittore-modello tanto caro a papi e teologi della Controriforma.

No, fermiamici qui. Godiamo questi istanti di felicità. Prima del lanzichenecchi, dei nuovi barbari. Godiamoci, intanto, la bellezza della vita. Poi si vedrà.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La Dama di destra mi dicono sia una nota Santa ma non capisco chi sia.
Il 18 maggio la mostra termina a Roma
ma poi si può andare a Berlino.
Lodi a Sebastiano Luciani.
Biankaiser