2008/01/28

Filosofia del breakfast


La personalità di ciascuno di noi si esprime, indiscutibilmente, in ogni gesto.

Ad esempio: mio figlio Hector quando spalma della marmellata su una fetta biscottata compie un rituale tale per cui lo strato risulta estremamente ben distribuito sull'intera superficie. Metodico ed esteta.

Andres, invece, presidia la sua tazza di latte ed i suoi biscotti e crea una sorta di 'zona rossa', difesa da sacchetti di sabbia e filo spinato, oltre la quale risulta molto pericoloso addentrarsi. Le prime volte che qualcuno di noi varcava la zona off-limits lui iniziava ad emettere una sorta di grugnito basso e minaccioso lasciando capire che non è proprio il caso. Comunque lui non perde tempo con la marmellata dato che considera che non ci sia nulla di meglio che latte e biscotti. Vorace e paramilitare.

Il sottoscritto è sempre affamato, ragion per cui non perde tempo a spalmare. Butto una bella cucchiaiata di marmellata più o meno al centro della fetta e schiaccio il tutto contro l'altra. Fondamentale, per me, il tempo di immersione nel latte. Inoltre capto molto bene la differenza tra un caffelatte fatto con caffè 'vecchio' rispetto ad un realizzato con caffè appena fatto. Vorace ed esteta. Ma soprattutto vorace.

La mia signora fa colazione con molta calma, spesso leggendo un libro. Attinge, in modo piuttosto casuale dalla scatola dei cornflakes, da quella del muesli, il tutto con invidiabile calma e pace interiore. Un libro su cento, tra i suoi, presenta piccolissime macchie di caffè.

Nessun commento: