Descrizione di un vagone della metropolitana di Roma. Esterno: il mezzo risulta quasi del tutto imbrattato da scritte opera di fantasiosi writers. Si fa fatica a capire dove siano le porte, dato che la vernice ha ricoperto anche i vetri. All'interno oltre al calore umano ed esalazioni varie si osservano lattine, bottigliette d'acqua, pacchetti di sigarette perfino del chewing-gum che si appiccica fastidiosamente alla suola della scarpa.
La metro è di tutti DUNQUE di nessuno. Ciascuno si sente autorizzato a farne ciò che vuole. Perseguire penalmente che rovina o imbratta i vagoni è considerato roba da fascisti.
Lo stesso vale per i parchi pubblici, per le piazze, le spiaggie, i corsi d'acqua, per le cabine telefoniche. Tanto a cosa servono, oggi, le cabine telefoniche? Tutti abbiamo il nostro cellulare.
La risposta, di fronte al declino delle cose pubbliche, è sempre più individuale ed individualista.
Se il trasporto pubblico fa schifo viaggio con la mia auto.
Se la sanità pubblica fa schifo mi arrangio con qualche assicurazione privata.
Se la TV pubblica fa schifo (e certe trasmissioni alla Michele Cucuzza andrebbo mandate in onda A PAGAMENTO PER I MANIACI DEL GOSSIP SULLE VICENDE DELLE LECCISO, RICUCCI ED ANNA FALCHI!) mi abbono a SKY.
Fra poco, vista la scadente qualità dell'aria, ciascuno di noi si porterà la sua buona bomboletta d'ossigeno.
E quando anche la giustizia avrà dichiarato le resa incondizionata inizieremo a farci giustizia da soli. Il tempo dei bounty killer sta per tornare. Allegria!
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