2007/02/05

La grande illusione


Il cinema mi ha sempre affascinato; non mancano, però, delle cose che mi hanno sempre mandato un po' in bestia.

Già da piccolo osservavo che mai, mai un attore si fermava a chiudere la propria auto. Saltava giù dalla sua Aston Martin non totale noncuranza. Mai un problema di parcheggio o, al ritorno, magari dopo aver salvato il mondo, un'ammaccatura sul paraurti.
E il sesso? Mai notato che ai supermaschi di celluloide bastano quattro colpi di reni ben dati per provocare orgasmi multipli alle loro fortunate partner. Mai un preliminare. Una carezza. Zac. Più veloci di un coniglio sotto viagra.

Esigenze di copione, direte. Certo, che noia vedere Indiana Jones fare tre volto il giro dell'isolato per cercare un parcheggio. O Sean Connery preoccuparsi dei 'tempi di risposta' della splendida fanciulla di turno.

E, oltre il cinema, la grande illusione di automobili che, negli spot pubblicitari, non finiscono mai intasate nel traffico ma viaggiano, cristalline e fluide, su strade sgombre della Patagonia (mai a via della Bufalotta o all'incrocio di Casal Bruciato).

E meno che mai finiscono in mucchi di lamiere fumanti per colpa di un camionista ubriaco.

Ci piace più così. Vivere in un mondo ideale. Compri una ricarica per il cellulare e stasera vai a cena con Megan Gale.

Come minimo. Lo dicono sulla pubblicità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Hai visto troppi film americani.

Quelli europei sono sempre pieni di sfigati.
E' che noi europei siamo vecchi e pieni di acciacchi....