2007/02/04

Signor Grant



"Lei chi è?" chiede il portiere scrutandomi da dietro occhiali dall'aspetto leggermente unto.

Domanda difficile. Non lo so. E' molto più facile rispondere a "Dottore, come sta?" oppure a "Scusi, a che piano va?".

Io chi sono?

Quello che a sera ha deciso di smettere di fumare, quello che al mattino è determinato a chiudere la liason con Giselle, quello materiale che si rode il fegato per 200 euro che gli devono accreditare, quello che poi manda un messaggino 'Giselle, amore mio, all'Hotel de la Poste alla solita ora', quello che regala un filo di perle alla moglie e mentre la vede giura che chiuderà anche con Pamela, quello che prega in chiesa ma non si ricorda bene le parole, quello generoso che apre una sottoscrizione per i bambini dell'Africa, quello taccagno che non vuole offrire il caffè al collega che lo è ancora di più.

Il portiere mi guarda con sospetto. Mi affretto a rispondere "Sono il signor Grant e debbo incontrare il ragionier Filabozzi..."

"Terzo piano, ascensore a sinistra" risponde quello stancamente, riprendendo subito la lettura interattiva delle parole crociate.

Trovo Filabozzi che mi attende ossequioso alla porta dell'ascensore.

"Signor Grant, che piacere..." mi fa, e si affretta a stringermi la mano.

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