2006/03/21

...Saul Bellow...


Grande pressione è esercitata per spingerci a sottovalutare noi stessi. D’altro canto la civiltà ci ha insegnato che ciascuno di noi è di inestimabile valore. Ci sono dunque due ricette: una di vita e una di morte. E così noi valiamo ma veniamo biasimati se valorizziamo noi stessi, diveniamo cinici.Siamo addestrati a tacere e, se qualcuno di noi guarda dentro di sè, ogni tanto, lo fa con la freddezza di chi si esamina le proprie unghie, non la propria anima, rabbrividendo alle imperfezioni che trova come se avesse scoperto un frammento di sporcizia. Perché, come sempre, siamo chiamati a subire ogni tipo di torto, ad aspettare in fila sotto il sole cocente, a correre su spiagge sassose, a far da sentinella, da scout, da uomo di fatica, ad essere quelli sopra il treno quando viene fatto saltare, quelli davanti al cancello quando viene sprangato, a essere insignificanti, a morire. Così che finiamo per essere assolutamente insensibili di fronte a noi stessi ed inerti.Chi può essere l’assiduo cacciatore di sé quando sa di essere, a sua volta, una preda? Ma forse neppure una cosa così ben definita come una preda, solo uno del grande banco di pesci sospinto dalla corrente.

da "L'uomo in bilico" Saul Bellow, 1944
traduzione mia

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