2025/07/17

Carson McCullers "Reflections in a Golden Eye"


“It is interesting to know the doctor and his wife, when they were stabbed, were wearing Mormon nightgowns three quarter length . . . Always details provoke more ideas than any generality could furnish. When Christ was pierced on his left side, it is more moving and evocative than if he were just pierced.”

2025/07/09

2025 07 Encomio dei social, ebbene sì!

 




Encomio dei social, ebbene sì!

 

Tutti lì a parlar male dei social (magari utilizzando proprio una di queste piattaforme per la quotidiana geremiade anti-techno).

“Ci fanno perdere tempo” (direi che dipende da noi, nessuno ci obbliga, no?);

“Diffondono un sacco di fake news” (ma le peggiori bufale e dagli effetti più devastanti sono quelle trasmesse sui canali ufficiali *)

 “Incitano alla violenza” (ma anche qui basterebbe andare ad assistere a una partitella di calcio in qualsiasi stadietto di provincia per sentire un coro di minacce e insulti trasmessi a viva voce senza bisogno di alcun provider di rete);

“Rovinano l’infanzia ai nostri piccoli” (quando ci sono genitori che allestiscono un reggi-telefonino sul passeggino del pargolo che così si imbambola a guardare il magico schermo. Ma guai se si scarica la batteria, perché in quel caso il fanciullino viene posseduto da una sequenza di raptus che nemmeno l’esorcista…).

Comunque: a me i social piacciono molto. Avendo “una certa” seguo solo Facebook che mi basta e avanza. Infatti, leggendo tanti commenti mi rendo conto, cosa che non sarebbe mai accaduta se queste infrastrutture non fossero esistite, che c’è in giro un’insospettabile quantità di persone:

- di tendenze monarchiche (nel nostro Meridione prevalgono i borbonici mentre al Nord i savoiardi sono ancora vincenti);

- di tendenze clericali, neoguelfiche, nostalgiche dei bei tempi del Papa Re (chi avrebbe mai detto che il nostro lontano conoscente primario ortopedico facesse parte dell’ “Ordine dello Speron d’Oro” ???);

- di tendenze veterocomuniste (ho letto di uno che ogni anno, alla morte di Gorbaciov, stappa lo spumante per festeggiare la morte di quello che “ha distrutto l’URSS e che Dio lo maledica”);

- ed infine, complice anche l’affermazione nella Penisola di una compagine governativa di destra destra (senza “se” e senza “ma”) ecco che spuntano fuori i cantori dei “treni che viaggiavano in orario”, dell’ordine pubblico che “ti consentiva di lasciare perfino un lingotto d’oro nella tua automobile e stai pur certo che nessuno te lo avrebbe toccato” **, gli esagitati che attribuiscono i problemi del Paese a una “sinistra che ha sempre mal governato”  ***.

Se poi ci spostiamo a livello “straniero” scopri una legione di terrapiattisti, di provax che si inietterebbero qualsiasi cosa, di novax che berrebbero solo acqua piovana perché “ci stanno avvelenando inserendo sostanze traccianti negli acquedotti che poi col 5G, ecc,”.

Fieri avversari delle teorie di Darwin, gente che legge sulla Bibbia che gli omosessuali andrebbero lapidati e subito di arma di sassi e gira per le strade in cerca di peccatori, esaltatori delle pene corporali e possibilmente capitali, quelli che “le donne stavano meglio a casa”, gli altri “l’inferiorità dei negroidi è scientificamente accertata”.

Honestly, chi avrebbe mai avuto contatti con questi qui?

Così navigando fra una follia e l’altra vado formandomi una Weltanschauung che non riesce a dribblare questo Zeitgeist leggermente dissociato. Ne resto affascinato e nel contempo inorridito giacché questo caleidoscopio proietta immagini via via più cruente, piccole idee malsane che si trasformano in tsunami di cattiveria, cyberbullismo che genera sanguinose guerre, raffiche di superficialità che ci conducono a un relativismo apatico, dove tutto e il suo contrario convivono facendo del buonsenso carne da macello.

Così mi limito: mezz’ora di lettura di giornali (online) e mezz’ora di FB. Poi meglio un libro, il peggior romanzo di Simenon è un capolavoro rispetto al cumulo di banalità del fenomeno da tastiera.

In pratica sto arrivando, con colpevoli decenni di ritardo, al giudizio di quel Marx (non Karl, l’altro) che diceva: “Trovo la televisione molto educativa. Ogni volta che qualcuno la accende, vado in biblioteca e leggo un buon libro.”

Ecco parafrasando e riparametrizzando un po’ per me con i social vale più o meno la stessa regola. Saluti, m.

 

(*)  ricordate, solo a titolo di esempio, il prode Colin Powell che, a reti unificate, mostrava una fialetta di polvere bianca dicendo che di quella roba lì, l’antrace,  il cattivo Saddam ne aveva a tonnellate; e quello era un bel canale serio, di gente competente, mica fragolina78 che ti consiglia di curarti il cancro col bicarbonato.
(**) perché mai uno dovrebbe girare in auto con un lingotto non riesco a capirlo, io ero rimasto a quello che li teneva inguattati nel sofà di casa.
(***) io non lo avevo capito, anima candida, ma sotto gli Andreotti, i Fanfani, i Cossiga si nascondevano, mimetizzati, degli spietati e diabolici bolscevichi, chi lo avrebbe mai detto.

2025/04/19

2025 04 Il cireneo

 

Nell'uso comune, col termine "cireneo" si indica una persona che, volente o nolente, si carica del peso di qualcun altro. Il nome deriva dal personaggio, tal Simone di Cirene, citato in tre dei quattro Vangeli, che viene obbligato, dai soldati romani, a portare la croce di Gesù.

Come tutte le antonomasie la figura del cireneo non è nata né si è diffusa a caso. L’immagine è potente, data la drammaticità del contesto descritto; dunque, non ci stupisce che il termine si sia prestato a significare tanto e oltre.

Oggi in tanti si considerano, a ragione o a torto, dei cirenei. Portatori di altrui croci, a volte per volontaria scelta, a volte per imposizione dall’esterno.

Ma a meglio indagare ci si avvede che molti sono cirenei sì, ma portatori di una croce “virtuale”.

Li vedi afflitti da gravosi problemi, i quali sono ubicati sempre assai lontano, a prudenziale distanza.

E quanto maggiore la distanza più forte la loro sofferenza e il loro dolore.

Come dire che il cireneo virtuale soffre assai di più per l’ingiusto trattamento degli inuit in Groenlandia che per la moglie del vicino presa a botte dal marito.

Dunque, il cireneo virtuale concede, con magnanimità, che il trasporto della pesante e materica croce di legno, quella che costa davvero fatica portare, sia delegato ad altri.

Essendo spesso istruito egli (o ella) non può certo abbassarsi ad attività troppo venali; eppure, anche in questa delega riesce a intravedere un ulteriore motivo di sofferenza e di dolore e dunque di personale elevazione.

“Ah se potessi davvero aiutare Tizio” sembra dire, lo sguardo perennemente affollato di afflizioni e la bocca di profondi sospiri.

Frattanto i cirenei della croce di legno faticano assai e qualche volta imprecano in silenzio per la loro sorte.

Forse ci ripartissimo un po’ il carico staremmo tutti un po’ peggio, ma anche, in fondo un po’ meglio.

2024/04/12

2024 04 Italians Do It Better

 

Lo strappo è, naturalmente quello di Conte. Così titolano i giornali "seri" sul tema delle scosse sismico/giudiziarie (e di assestamento ?) che stanno decimando sia la giunta regionale della Puglia che quella comunale di Bari.

La colpa è, per definizione, sempre di qualcuno del M5S (che riesce, comunque, assai spesso a farsi del male da solo, vedi la valanga di fuoriusciti che passano dal grido di "onestà onestà" a quello più prosaico di "meno male che Silvio c'è" senza fare un plissé).

Continueranno a dare la colpa a Conte per i fantasmiliardi del superbonus (gestito per 8 mesi dal Governo Conte) e poi dal fenomenale Draghi e dall'ineffabile Meloni. Mai qualcuno che osservi che qualcuno dell' "Inquisizione rigorista" allignava da mesi e mesi nei vari sottogoverni e forse dovrebbe imparar meglio a far di conto.

Del resto erano colpe del M5S i pini che cadevano facendo vittime a Roma ai tempo della Raggi (ora che fanno vittime a Roma ai tempi di Gualtieri non vale la pena agitarsi troppo, la tavola è già apparecchiata per il Giubileo alla matriciana del simpatico sindaco chitarrista).

Erano e sono colpe del M5S la Via della Seta, i 200 e passa miliardi del PNRR (troppi, commentano i sapienti, i saggi, i preparati, gli stessi che prima si lagnavano di quel "Conte che va a Bruxelles col cappello in mano"), l’opposizione al riarmo ad libitum dell’Ucraina ecc…

Erano colpe del M5S i DGLS (il sempre brillante Cassese ci spiega che quelli del Governo Conte -ma la pandemia era solo un dettaglio sfuggito ai più- erano incostituzionali mentre Draghi... beh Draghi... non si discute).

Erano colpe del M5S il lockdown quando in Italia l'area Bergamo Brescia era l'epicentro europeo della malattia (e quindi di riflesso le colpe si riverberano anche su tal Roberto Speranza "quello della lobby dei vaccino" ho sentito dire). Indubbiamente avrebbe fatto meglio Conte a seguire i consigli dell'ottimo politico lombardo che suggeriva, a giorni alterni, di "aprire tutto" o "chiudere tutto" o quelli dell'altrettanto ottima politica che "1000 euro a tutti basta un click".
Sono molto contento che tutti i problemi dello stivale siano attribuibili a una sola forza politica. In effetti dalla caduta di Conte le cose vanno a gonfie vele: il blocco navale funziona a meraviglia, le finanze sono state rimesse in riga, la legge Fornero è stata superata (il dettaglio che lo sia stato in peggio è, ontologicamente, solo un dettaglio), i giovani più promettenti non lasciano più l'Italia, abbiamo una compagine governativa invidiabile, a cominciare dalla Ministra del Turismo (sotto indagine ma fa nulla) e da quello della Cultura  (che saltò qualche lezione di geografia).
Chi avrebbe mai detto che avremmo vissuto, scacciato il bubbone grillino, il “tempo del latte e del miele”?

Spero comunque di vivere abbastanza a lungo e in salute per vedere lo Stadio della Roma, il Ponte sullo Stretto, l'auspicabilissima riforma delle autonomie regionali differenziate e quella, ancor più attesa, del premierato (saremo l'unico paese al mondo con questa forma costituzionale ma si sa "Italians do it better").
Frattanto vi mando il mio saluto. Pace e bene.

2023/12/22

Un messaggio confuso di auguri (ma le intenzioni sono buone, credete)


Ricordate Prometeo? Quello era un titano sconsiderato, più antico degli dei dell’Olimpo, figlio di Urano e di Gea. Era quel mascalzone che decise di donare il fuoco agli uomini. Un bel regalo, direte voi. Manco per niente. Zeus, al quale il fuoco era stato sottratto, decise una vendetta, e di quelle sopraffine. Regalò agli uomini una ragazza che aveva ricevuto tutto, e dico tutto, altro che le testimonial anoressiche dei giorni nostri: da Afrodite la bellezza (e vi par poco?), da Era le arti manuali, da Apollo la musica e da Atena… la vita stessa.

La fanciulla però, che i maschietti definirebbero un bel bocconcino (commento sessista?) si rivelò infatti un boccone avvelenato. Pandora, così si chiamava, era la prima donna mortale. Veniva portando in dono uno scrigno, ben sigillato. “Non ti sognare di aprirlo” le aveva detto Zeus “lascialo ben tappato, come un Tupperware” (non sono sicuro che abbia detto proprio così ma i miei sponsor esigono d’essere citati se no mi tagliano il compenso e la vita dell’Artista è grama).

Pandora, dicevamo, che come i gatti è curiosa (altro dono ricevuto da Ermes, messaggero degli Dei) (altro commento sessista ?) proprio non ce la fa a trattenersi. Gira intorno allo scrigno, lo annusa, lo sfiora con le dita. La noia è tanta, gli uomini (i maschi, intendo) noiosi fino alla morte (commento sessista anche questo?) e allora lei che fa? Socchiude il coperchio ed ecco che si scatena il finimondo.

In una danza macabra vecchiaia e vizio, gelosia e pazzia, malattia e quant’altro si mettono a vorticare peggio che in un Dyson impazzito (altro sponsor) e si spargono per il globo terracqueo (cit. G.M. 2023)…

La povera Pandora, curiosa sì ma non malvagia, tenta di richiudere lo scrigno (il “vaso di Pandora” vi è più familiare?) ma così facendo lascia intrappolata, sul fondo, l’unica anima bella che v’era contenuta: Elpis.

Immaginatevi Zeus, piegato in due dalle risate, con la Terra infettata da tutti i mali possibili, gli uomini condannati a una vita di sofferenza, una vera nemesi (direbbero quelli bravi). Che poi: che c’entravano gli umani, se lo “sgarro” lo aveva comemsso Prometeo? Ma si sa: lupo non mangia lupo.

Elpis, poverina, che i romani chiameranno Spes, è quella sfigata che:

“Solo Speranza, come in una casa indistruttibile,

dentro all'orcio rimase, senza passare la bocca, né fuori

volò, perché prima aveva rimesso il coperchio dell'orcio

per volere di Zeus egioco(*) che aduna le nubi”

Esiodo.

Ma pure tu, benedetto Esiodo, ci spieghi perché solo Elpis è rimasta lì?

Comunque, amici romani e forestieri, se passate dalla Città Eterna sfiorate con la mano le colonne del Foro Olitorio, dove sorgono i resti del Tempo di Spes. Che poi tutto questo era solo un modo per farvi gli auguri, per non perdere mai la Speranza.

Vi abbraccio tutti, belli e brutti, e comportiamoci bene che la vita è breve, m.

(*) egioco non è un errore di battitura, vuol dire “che scende in battaglia, portando l'egida”.

 Marco Lorenzo Faustini, dicembre 2023


 



2023/12/05

Hannah Arendt


"Molte persone non sono stupide, sono semplicemente senza idee. Ma questa mancanza di idee e la loro conseguente distanza dalla realtà, può essere più pericolosa di tutti gli istinti malvagi che sono innati nell’uomo…. Pensare è faccenda rischiosa ed improba, perché la società di massa non vuole cultura ma semplice svago."


 


2023/11/09

Il viaggio solitario di uno che voleva starsene in pace



Di solito viaggio in compagnia della mia piacevole moglie e dunque non ho grandi necessità di relazionarmi con il resto del mondo. Decenni di matrimonio hanno insegnato ad entrambi il giusto ritmo, il mix ideale tra parole e silenzi, tra grandi verità filosofiche e spicciole amenità.
Quel giorno, per una serie di circostanze decise dal fato e dagli orari di lavoro della sopracitata consorte, mi toccava viaggiare da solo, cosa non del tutto spiacevole. Quattro ore in un bel vagone di I classe, con tanto di graziose hostess che ci proponevano, all inclusive, delle bibite colorate e dei minuscoli biscottini incellophanati. Benissimo.
Pur se il viaggio in se non era troppo lungo, essendo il sottoscritto personaggio ansioso e ipercinetico, oltre che preoccupato per quella salute che dai sessant’anni in poi sembra allontanarsi lentamente come un bastimento all’orizzonte, mi ero provvisto di una decente lettura (Alvaro Mutis) e di un po’ di frutta (questa scrupolosamente lavata, asciugata e riposta nel suo bel sacchetto di plastica assieme a un tovagliolo).
Il treno partì con germanica puntualità e la carrozza che aveva avuto la sorte di trasportarmi (… e diamoci un po’ di importanza ogni tanto!) non risultava particolarmente affollata. 
Due file dietro di me c’era una ragazza appena avvizzita che continuava a passarsi del disinfettante sulle mani. Un signore, più o meno mio coetaneo, leggeva un giallo di Perry Mason, una coppia di orientali andava in caccia del proprio posto, lui che guidava le ricerche come se i numeri arabi fossero un’assoluta novità. Comunque anche questi, per fortuna, trovarono la loro collocazione, aiutati da una delle pazientissime hostess.
Dopo un paio di telefonate laconiche (ho lasciato fidanzate o da esse soso stato lasciato per l’impossibilità di sostenere conversazioni via filo più lunghe di cinque minuti) mi accinsi alla desiderata lettura. Tutto a posto, il biglietto pronto a eventuali verifiche del controllore (trattavasi di una delle signorine di cui sopra che, dismessi gli abiti di hostess, si sarebbe calata nel ben più importante ruolo del verificatore).
A treno ormai avviato, di incanto sì materializzò una lunga fila di viaggiatori che, pur avendo posti presso la carrozza 2, erano saliti inesplicabilmente alla 7 e, complici una notevole quantità di bagagli, sporte, borselli, involti e quant’altro, tardarono una buona mezz’ora a sistemarsi.
Maledizione.
C’era, nel gruppone, un paio di bambini piuttosto isterici che però furono messi a tacere dallo sguardo (avrebbe fatto paura a un ufficiale delle SS) minaccioso della madre.  Oltre al citato sguardo contribuì alla calma dei due infanti l’offerta di una banana per ciascuno e la somministrazione di due giochini video di quelli che finiranno di rincoglionire una generazione che sarà salvata solo da una pietosa esplosione atomica.
Dopo che tutto sembrava, grazie alla Provvidenza, acquietarsi e la speranza di un viaggio tranquillo pareva dunque riprendere quota ecco che vidi avanzare una coppia caratterizzata da una notevole stazza, sia lei che lui. Entrambi presero posto proprio di fronte a me, non prima di lanciarmi una smorfia che vorrei definire, con cristiana generosità, sorriso.
Prima di sistemarsi la coppia cercò, con parziale successo e in barba alle leggi della fisica, di collocare negli appositi scomparti una notevole quantità di sacchi e sacchetti tutti caratterizzati dal fatto di contenere del cibo. Dalla Rosticceria Gallo Umbro all’enoteca Bernabei, fino a Eataly, Supermercati PAM, Pasticceria Fortunato, Pork House, Casa del Latticino e via dicendo.
Da quel momento il loro viaggio fu un continuo mangiare, sgranocchiare, smandibolare interrotto da gorgoglii che rappresentavano la momentanea sospensione dell’incameramento di cibi solidi per dar spazio alla meritata alternanza con liquidi vari. Dal rum di Giamaica al succo d’arancia, poi salame pre-affettato, pane (Lariano?), fettine di formaggio, una milanese che creò qualche tensione nella coppia che fu presto  risolta da un gesto deciso della donna che riuscì a strapparla  a metà con le nude mani, valutando con soddisfazione la bontà dell’operazione e facendola seguire poi da un vigoroso succhiarsi tutte e dieci le dita, nessuna esclusa.
Dopo un paio d’ore in due orchi viaggiatori sospesero la propria intensa attività di ingestione/deglutizione ed iniziarono, con sperimentata sincronia di coppia, una fase più squisitamente digestiva, preceduta da 4 mignon di amaro Petrus ciascuno tracannati d’un fiato.
Rilassati e soddisfatti, lei languida appoggiando la propria testolina sulla spalla di lui, quel lui che le sorrise con dolcezza e, dopo essersi tolto scarpe da ginnastica che dovevano aver percorso un paio di volte il Cammino di Santiago, prese a russare come un  martello pneumatico da viaggio.
A mezz’ora dall’arrivo i due si svegliarono di nuovo in perfetta sintonia ed entrambi presero a visionare, gli occhi quasi lucidi dall’emozione, sul loro tablet, un interessante tutorial sulla preparazione delle polpette al sugo.
Con la mia consueta fortuna scesero, esattamente come il sottoscritto, a fine corsa però con modi assai urbani riuscirono a cacciare nei pur minuscoli cestini tutti i vari involti, ormai esanimi, utilizzati nel corso del viaggio.
Li lasciai al loro destino e guardai con un po’ di mestizia il torsolo della mela e la buccia della banana che erano i miseri resti del mio parco pranzo. Mentre lasciavo la stazione vidi che la coppia si era fermata al bar dell’atrio. Forse il viaggio aveva messo loro un po’ di appetito, chissà. 
P.S. Non ho letto quasi nulla del romanzo di Mutis, forse al ritorno, chissà. In compenso ho scritto questo pezzo e mi sono anche divertito. Voi? Spero di sì.

Sempre vs. umile, m.

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