2013/10/29

Il tempo dei simulacri


"Il mio matrimonio non era più un matrimonio; era divenuto una sorta di simulacro" mi dice un amico, soffiandomi in faccia il fumo delle sue odiose sigarette light.

In effetti i saggi contadini non trascorrevano giorni nel loro campi agitando le braccia allo scopo di scacciar via corvi affamati di sementi. Si limitavano a costruire un simulacro di uomo, con paglia, vecchi abiti dismessi ed un cappellaccio.

Il simulacro d'uomo inganna, forse, volatili sprovveduti, ma non gli altri uomini. O così dovrebbe essere.

Esistono però simulacri più sottili e sofisticati. In Italia stiamo sperimentando, ormai da qualche decennio, un simulacro di democrazia. Cioè i segni esteriori ci sono tutti: partiti e partitelli, elezioni per tutti i gusti, con tanto di carabinieri a presidiare le urne. E così si vota: dalle comunità montane all'europarlamento. Eppure, a ben vedere, di democrazia se ne vede pochina.

C'è poi il simulacro dell'amicizia, con tanto di regali di compleanno e strenne natalizie. Il simulacro dell'amore, con anniversari di matrimonio con immancabile cravatta e/o flacone di profumo francese (magari comprato all'ultimo momento al duty-free).

C'è il simulacro della natura, con parchi tematici che, oltre a fornire modelli assai realistici di dinosauri, ci propinano anche simulacri di emozioni, avvoltolate in plastica, a un tanto al chilo.

C'è il simulacro della vita, che non è affatto la vita stessa, coi suoi dolori, coi suoi sudori. E' la vita virtuale dove ci mimetizziamo con altre identità, dicendo cose che non riusciremmo a dire a quattr'occhi. Meglio questi sguardi a display liquidi, a scrutare anime che ormai, in molti casi, sono solo un simulacro di esse...

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