2010/08/19

In Morte del Picconatore

Apprendo dal mio Buen Retiro castigliano della morte di Francesco Cossiga.

Premesso che la scomparsa di un uomo è sempre motivo di riflessione e di perdita debbo confessare, a rischio di apparirvi cinico, che un personaggio così, il Picconatore, è proprio degno del teatrino della politica italiana, un soggetto da farsa, più adatto per le barzellette che per dirigere, da Ministro o  Presidente, un paese moderno e democratico.

Uno che apparteneva ad una sorta di loggia che in ogni caso avrebbe difeso il Paese dal "pericolo rosso", uno che ha tramato, nell'ombra e nella luce, uno che 'si è messo contro il sistema' e, come primo atto, si è permesso di nominare senatore a vita Giulio Andreotti, ha reso questa nostra povera Patria un posto da operetta, scenario adatto, altro che al "Nabucco",  alla "Vedova allegra".

E' anche grazie alla gente come lui che questo Paese è diventato via via meno vivibile, via via meno democratico, meno moderno, meno aperto al cambiamento.

Ripeto: dal punto di vista umano rispetto la persona, ma dal punto di vista politico mi piacerebbe celebrare tanti simili funerali. Una fila lunghissima:di una casta che, destra o sinistra, è stata sempre al di sopra delle regole e ci ha ricacciato, passo dopo passo in un medioevo di idee, in una palude di speranze, in un annichilimento umano, professionale, personale.

Uno che ha contribuito a rendere i forti più forti e i deboli più deboli, coccolato dalle istituzioni, sempre sul nostro conto spese, da una vita e più (immagino quanto ci possa essere costato, Cossiga, solo di scorte!).

Speriamo di celebrare, in cambio, il battesimo politico di forze nuove, profondamente democratiche, aperte al mondo che cambia. E che questa gente che ci ha portato a tanta rovina sparisca presto lasciando spazio a chi vuole andare avanti, a chi si mette davvero dalla parte dei più deboli, dei meno fortunati, delle persone che fanno della serietà, della professionalità, del lavoro il senso profondo della propria esistenza.

Sia detto, per una volta senza retorica: viva l'Italia, viva la libertà!

















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