Se rinascessi farei lo scienziato e mi dedicherei senz'altro a progettare un rivelatore elettronico di stati d'animo: qualcosa che consenta, attraverso led ed altri marchingegni, di comprendere davvero cosa pensa, o meglio, cosa prova chi ci sta davanti.
Io spesso me lo sono chiesto: sto parlando con questo tipo da una mezz'ora, ma gli interesseranno le cose che sto dicendo? E, a mia volta, sto veramente ascoltando le sue osservazioni? Cosa leggerà, lui, nel mio volto: noia, irritazione, voglia di prendermi un bel cappuccino col cornetto?
Pensate a quante volte l'ago del nostro apparecchio schizzerebbe su 'ipocrisia', oppure su 'calcolo meschino', o comincerebbe ad oscillare, come impazzito, tra 'passione' e 'paura'.
Ma andiamo per ordine: quali stati d'animo catalogherei?
Magari cominciamo con una macrodistinzione: positivi vs. negativi. Positivi: felicità, serenità, speranza, ecc... Negativi: ostilità, disprezzo, noia...
Ma già ci si accorge delle 'zone grigie' di questa classificazione, di tutti quegli stati d'animo in fondo neutri: indifferenza, passività, caspita finisce che 'noia' lo spostiamo qui sotto.
Comincio ad accorgermi che la cosa è più complicata del previsto. Però l'idea è, lo ammetterete, stimolante.
Possedendo questa invenzione molti uomini si accorgerebbero che la passione amorosa delle proprie amanti non è proprio così appassionata. Molte madri scorgerebbero, con sgomento, che i baci e gli abbracci del figlio sono più orientati a rimediare un po' più della paghetta concordata che non a manifestare un disinteressato amore filiale.
Tanti capi scoprirebbereo che l'attaccamento al lavoro dei loro sottoposti non è così del tutto nobile. Tante ragazze metterebbero a nudo, involontariamente, che certi atteggiamenti da 'donne perdute' sono più finzione che realtà.
In fondo leggere nel pensiero ci porterebbe presto a scannarci l'un l'altro. Tranne che per quel tipo che da sette anni (7!) fa la corte ad una donna di ghiaccio. Si accorge che lei in fondo è innamorata e se non ricambia è solo per pudore oppure per timore.
Allora la prendrebbe per mano e troverebbe, ne sono certo, le parole giuste per conquistarla.
Almeno in questo caso l'invenzione del LobetaBlog sarebbe servita a qualcosa di buono. Non è molto ma è meglio di niente.
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