2009/05/21

lecca lecca


Che volete che vi dica: in un Paese come questo, sotto qualsiasi governo, in democrazia o sotto un regime dispotico, con le destre o le sinistre, con la Große Koalition o all'ombra di una risicata maggioranza per un governo balneare d'emergenza, il mestiere nobile del leccaculo (di seguito e per decenza, in questo documento, rinominato "leccalecca") ha sempre portato i suoi buoni frutti.

Ci sono leccalecca dilettanti, che praticano la loro arte in maniera artigianale, un po' alla carlona.

Ci sono i portaborse per vocazione, i dilettanti dello scodinzolamento, della domanda piena di retorica premura, i lacchè pro-tempore, gli specialisti in inchini, in salamelecchi, in ampie perifrasi, gli eroi delle mezze frasi, dei complimenti a mezza bocca.

E poi ci sono i leccalecca professional, veri prìncipi del foro dell'arte adulatoria, quelli che sono sempre sul carro del vincitore, che sono essi stessi carro o carriola, esperti nel posizionarsi, a seconda dei casi, a tappetino, a pelle di leone o a zerbino.

Fra questa categoria professional molti sindacalisti, conduttori televisivi, avvocati e politicanti vari in carriera.

Ma la cosa antropologicamente interessante è che la leccaleccaggine provoca una dipendenza istantanea, peggiore del crack o dell'LSD: quando l'hai praticata una volta, traendone un qualche beneficio, non la smetti più.

E' più forte di te: la ruffianaggine, anche se ingentilita dal nome latino di 'captatio benevolentiae', ti sfugge inesorabilmente di mano, peggiore di qualsiasi vizio. Ma perchè chiamarlo vizio, in fondo?

E allora ti spieghi la fortuna di tanti personaggi di mezza tacca, abilissimi in questa remunerativa professione che è, in fondo un 'non mestiere'...

Allora ti spieghi, molto meglio che utilizzando i macroindicatori dell'economia, come mai questo Paese stia precipitando nell'abisso.

Colpa del chirurgo che ha fatto carriera a forza di leccalecca se poi tuo figlio rischia la vita anche se si sta semplicemente operando di tonsille.
Colpa dell'ingegnere che, piuttosto che studiare sui libri, si è lavorato a lungo la moglie del senatore, per ottenere la direzione del cantiere se poi il ponte, clamorosamente mal progettato, crolla alla prima piena del Po.
Colpa del sindacalista che, terminato il comizio dove arringava alla lotta i quattro beoti che lo ascoltavano, e che subito dopo è andato a baciare la mano, rispettivamente al nuovo responsabile delle risorse umane, al collegio sindacale nella sua interezza, all'amministratore delegato e al presidente. E magari così, per un paio di inchini e un piatto di lenticchie, il destino di tante famiglie è segnato.

E andiamo avanti così, adagio, quasi indietro...

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