2009/03/13

della natura a spirale del tempo


Ci ho messo un po' a capire che il tempo, il mio amato ich-Zeit, quello interiore, psichico, scorre non lineare, da sinistra verso destra, nè alla maniera indiana, il tempo come una ruota, o come il cerchio della croce celtica, no lui scorre in grosse e panciute spirali più o meno prevedibili...
In quanto poeta, e dunque osservatore professionista di tramonti, sono passato da quelli veneziani, struggenti nella loro bellezza, a quelli romani, ma è come se il tempo avesse fatto un quasi-giro, sfalsando appena un po' il piano in modo tale che io mi ritrovo a vivere, all'infinito, lo stesso senso di allucinata solitudine, la stessa sensazione di dolorosa pietà per la condizione umana, condannata alla cognizione (almeno nel caso mio) di rasserenato, illuminato dolore e dell'impotenza di fronte alle forze titaniche che ci opprimono...
Prima vedevo barconi affontare la curva alle Zattere, coi loro ventri molli stracarichi di mercanzie, andare in leggera deriva dato che il moto nei fluidi avviene un po' strascicato, ma poi alla fine si drizzavano, i natanti, finendo per proseguire la loro rotta verso le barene di porto Marghera, lontanissime nella bruma azzurra. Tutto questo nella scenografia rumorosa di gabbiani che si contendevano, starnazzando e a colpi di becco, torsoli di mela ed altre leccornie.
Ora lo scenario è un po' cambiato ma alla fine la stessa sensazione, solo che questa volta sono grossi camion ed autobus che fanno il giro dell'Esedra, la quale continua a gettare acqua alla rinfusa, come l'ago di una bussola leggermente schizoide. Anche questi mezzi si allargano un po' (le curve romane sono tutte un po' morbide, anche quelle che fanno i taxi quando imboccano la rotatoria di sampietrini lustri di acqua) ma alla fine mi accorgo che un altro giro è concluso, un giro lunghissimo, come un anno su Giove...
Mi conforta il calore di questo sole ancora (come allora) gradevole dopo l'inverno di pioggie e di nevischi. E, da qualche parte dell'anima si leva un canto di donna, dolcissimo, che mi aiuta, non so neppure io come, neppure io perchè, a sperare...

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