2008/06/06

Repubblica.it (dei guardoni)

Mi spiegate una cosa? Per quale motivo un sito importante come repubblica.it deve insistere a piazzare in prima pagina una sequenza infinita di culi e di tette. A fianco dell'articolo sul vertice della FAO le chiappe della Gerini tostate dal bel sole di Spagna. Subito sotto l'articolo sui problemi causati alle nostre esportazioni dal supereuro le foto di Asia Argento che bacia un cane (de gustibus!)

Provo ad immaginare una replica, da parte del direttore: l'accesso al sito è gratuito, si paga attraverso la pubblicità e dunque tutte quelle tette e quei culi, quei baci proibiti, quegli scatti scabrosi aumentano la 'tiratura' (misurata in numero di contatti al giorno).

Provo a replicare alla replica: ma allora così non si finisce più di cadere in basso. Si innesca un'infinita spirale di volgarità, di miserabilità totale, di squallido esibizionismo della quale, scusate amici di repubblica.it, siete ormai da qualche anno tra le più avanzate avanguardie.

Se un sito come il vostro finisce per scivolare così, nel torbido, allora spianiamo la strada ad un relativismo assoluto (scusate l'ossimoro) animato dalla seguente spicciola filosofia: "Dato che tutto è uno schifo allora mettiamoci anche noi la nostra parte, diamo anche noi il nostro apporto. Dato che la situazione morale "intorno" è quella che è tanto vale che ci rotoliamo anche noi un po' nel fango, no? Almeno aumentiamo i proventi dalla pubblicità."

Bella questa spirale, ad ogni giro un po' più in giù.

Grazie Zucconi, ma io non ci sto più. Da oggi non mi conterete più nel milione di click che ricevete ogni giorno.

A meno che non siate molto meno ipocriti e mettiate, fra le vostre rubriche, l'angolo del guardone. E lì potete scatenarvi. Almeno non corro più il rischio di incappare, mentre leggo un articolo sui massimi sistemi, in una Pamela Anderson con le poppe al vento, bellissima ma magari un tantino inopportuna.

DistAnti saluti.

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