2008/02/22

De vacatio Meschinii


Ovvero "Sull'assenza del Meschino".

Chi mi legge sa che il sottoscritto rappresenta, ad oggi, il massimo biografo vivente delle gesta del Meschino. Ciò è cosa che mi fa veramente onore ma costituisce anche un gravoso onere. Mi viene richiesto spesso, e da varie parti, dove sia finito nelle ultime settimane.

La risposta è: si, lo so, ma non posso rivelarlo.

Posso dire, senza infrangere il segreto professionale, che è in missione segreta. E qui mi fermo. Che lavora per noi, per il nostro bene, per mantenere in alto le sorti dell'Occidente intero.
Abbiate fede.

Frattanto vi parlo del Codex Meschinii (C.M.). Di cosa si tratta? Me ne accennò un giorno, nel quale, lo sguardo oltre l'orizzonte di noi miseri umani, mi rivelò di aver creato un codice segreto a prova di qualsiasi decriptazione.

"D'ora in poi" mi disse con fare allusivo e tormentandosi il baffetto malandrino "tutti i miei appunti e le mie note sono al sicuro; scriverò solo utilizzando questo C.M.; e anche se degli agenti segreti di potenze avversarie venissero in possesso dei miei scritti non potrebbero trarne utilità alcuna".

A quel punto mi accennò allo stesso algoritmo che aveva utilizzato per neutralizzare la Microsoft (che in effetti "da allora" non si è più ripresa, e ciò spiegherebbe anche la repentina decisione di Bill Gates di ritirarsi a vita privata).

Ancora una volta, ascoltando quelle dotte parole, mi avvedevo di come una sola zampata del Meschino fosse in grado di produrre danni incalcolabili a qualsiasi concorrente.

E ancora una volta mi rendo conto che cantare le gesta del Meschino è davvero la mia missione su questo pianeta, il senso della mia stessa vita.

In segno di stima il Meschino mi consegnò, perchè lo divulgassi alla posterità, un frammento dei suoi preziosi geroglifici indecrittabili. Lo accolsi con mani tremanti.

Domani su LobetaBlog sarà pubblicato ad imperitura memoria.

Lunga, lunghissima vita al "Coca-Cola". Evviva.

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