2007/04/12

Stradivari a colazione



Una stazione della metro, "L'Enfant Plaza", Washington, venerdì 12 dicembre 2006, ore 7:50 del mattino. Per 43 minuti uno dei più importanti interpreti di musica classica americana, Joshua Bell (Indiana, 1967) esegue una selezione di brani da Bach, Schubert, Ponce, Massenet. Come uno dei tanti musicisti di strada, jeans, maglietta, cappellino ben calcato, ha estratto il suo Stradivari del 1713, valutato 3,5 milioni di dollari ed ha inizato a suonare.

Com'è andata, secondo Voi?

Questa sorta di esperimento è stato realizzato in collaborazione col Washington Post: telecamere nascoste, qualche agente in incognito a garantire un minimo di sicurezza. Sono passate, in quel lasso di tempo, esattamente 1097 persone. Raccolti, nel fodero del violino aperto, 32 dollari e 17 cents.

Certo: l'ora è, parlando in termini di trasporti pubblici, quella di punta, quella cioè in cui le persone si affrettano a raggiungere il posto di lavoro. Ma è possibile che un esecutore di fama mondiale, uno strumento tra i più perfetti mai realizzati, una selezione dei più significativi momenti musicali non siano riusciti a trattenere che pochissimi passanti?

In fondo la cosa non stupisce più di tanto. Gente che corre, in perenne affanno, sempre un po' in ritardo. L'America di oggi è ancora di più, e peggio, di quella che Alex de Tocqueville, nel 1831, si trovò ad osservare: un'enorme quantità di persona spinte, al di sopra di ogni altra cosa, a lavorare e ad accumulare ricchezza.

Ci può essere spazio, in un mondo così, per la bellezza? Corrono ragazzotti con l'iPod, segretarie, donne in carriera attaccate ai telefonini, impiegati in doppiopetto, tecnici, consulenti, uomini dell'amministrazione (Washington vive, di fatto, sui pubblici funzionari). Solo i bambini hanno mostrato, tutti senza eccezione, interesse per quel musicista alto e magro che, nonostante lo squallore del posto, appariva come rapito dalla sua stessa musica.

Del resto per molti artisti la 'costruzione' di un ambiente adeguato è fondamentale. Si pensi alla cura maniacale dell'indimenticato Benedetti Michelangeli nello scegliere e nel posizionare il piano nella sala da concerto; oppure alla lunghissimo 'check sound' richiesto da Keith Jarrett per cogliere un bilanciamento ottimale tra il suono acustico del suo trio, quello trasmesso nelle spie e quello orientato verso il pubblico. Quanto è vero: un capolavoro è fatto di dettagli.

Là, nell'androne della metro, il suono era, a detta di Joshua, inaspettatamente forte. Ma il silenzio dopo ogni pezzo, quella gente che continuava a passare senza sosta, quello è stato difficile da affrontare per chi, ex enfant prodige, è abituato al pubblico adorante della Carnegie Hall.

E, di nuovo, c'è ancora spazio per la bellezza?

Mi permetto di proporvi una poesia - anche questa citata nell'articolo del WP- scritta da W.H. Davies (1871-1940), un gallese finito a vivere, per un po', tra gli States e il Canada, uno di quegli artisti di strada che viaggiavano saltando da un treno all'altro. Al di là della modestia della mia traduzione apprezzerete la capacità di dire molto e bene con poche, piccole cose.

Leisure

WHAT is this life if, full of care,
We have no time to stand and stare?—
No time to stand beneath the boughs,
And stare as long as sheep and cows:

No time to see, when woods we pass,
Where squirrels hide their nuts in grass:

No time to see, in broad daylight,
Streams full of stars, like skies at night:

No time to turn at Beauty's glance,
And watch her feet, how they can dance:

No time to wait till her mouth can
Enrich that smile her eyes began?

A poor life this if, full of care,
We have no time to stand and stare.


Tranquillità

Che vita è questa se, piena di ansie,
non ci dà il tempo di fermarci ed osservare?
niente tempo per fermarci sotto grossi rami
e osservare come fanno pecore e vacche

niente tempo per guardare, attraversando i boschi
dove gli scoiattoli nascondono le loro noci nell'erba

niente tempo per guardare, nella piena luce del giorno,
fiumi pieni di stelle, come cieli di notte

niente tempo per voltarsi allo sguardo della Bellezza
e guardare i suoi piedi e come essi danzano

niente tempo per attendere fin quando la sua bocca può
far fiorire quel sorriso iniziato con gli occhi?

Misera vita è questa, piena di ansie,
se non abbiamo il tempo di fermarci ed osservare.

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