
Da giovane ero un razionalista sfegatato. Mi sembrava che la ragione, l’intelligenza, la logica, la visione d’insieme e, perchè no, la passione dovrebbero sempre guidare le nostre scelte. E a maggior ragione quelle di chi, nella società, occupa posizioni importanti.
Ero, come suol dirsi, un idealista. Un illuso, forse.
C’erano parole che mi facevano, addirittura, incavolare. Se un amico andava a vedere un film di zombie io subito attaccavo la mia tiritera: “Come puoi credere che esistano morti viventi? Ti sembra possibile che si possa, attraverso la magia nera, rianimare un morto e obbligarlo a compiere determinate azioni?”
Ma anche su questo debbo ricredermi.
I morti viventi esistono. Gente senz’anima, senza passioni, senza amore. Gente che vive in una sorta di trance, gente in stato vegetativo e letargico, senza un’idea politica, che non prende mai posizione, che non si incazza mai, gente a capo chino, in un silenzio che non è riflessione ma solo vile meschinità, gente che se ne frega, gente che al massimo va in palestra due volte a settimana per mantenere un minimo di funzioni vitali al proprio cadavere.
E’ per quello che nei cinema, nei corridoi, negli uffici, nei vagoni ferroviari si sente quest’odore di morte e di decomposizione. Che nessun deodorante ascellare, dopo la palestra, riuscirà mai a nascondere.
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