Di primo impatto verrebbe da dire: velleitario questo “Lindenbrok”, come l’eponimo eroe del “Viaggio
al centro della Terra” di Jules Verne.
Ambizioso, forse un po’ troppo. Ma non ci hanno insegnato
che la fortuna aiuta gli audaci?
Del resto il buon Alberto
La Neve, che ben conosco, non è nuovo a questi equilibrismi (non avevo
invece mai ascoltato Fabiana Dota ma
non posso che apprezzarne le qualità musicali, dopo questa prova).
Credo che il segreto di questa musica sia il nascondere, il
mimetizzare dietro quella che sembra una sorta di spontanea jam session, una buona dose di organizzazione
dei materiali, dei temi, delle variazioni.
I loop si
inanellano con fluidità, stratificandosi poco alla volta a comporre tappeti di
tappeti, e ciò vale sia per il sax di Alberto che per la voce di Fabiana, il
tutto a dare l’impressione di qualcosa di istintivo, di improvvisato.
Il risultato, lo confesso nonostante il mio iniziale
scetticismo, è notevole. Ipnotico, rilassante, ci avvolge nelle proprie spire ed
i progressivi slittamenti di tono spingono i brani, lunghi e distesi quasi con
sensualità, a prolungare il piacere dell’ascolto.
Di nuovo non posso che parlar bene di un’operazione
lontanissima da logiche commerciali e dalla volgarità corrente. Spero solo che
Alberto e Fabiana mi invitino ad un loro evento live. Sono certo che troverei
la conferma ad un giudizio che non può essere che fortemente positivo.
Complimenti di cuore!
Marco Lorenzo Faustini, 2018
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