2016/06/16

Chiara Raggi, Disordine



Premessa: non recensisco cantautori per varie ragioni, la principale delle quali è che non amo scrivere di generi che conosco a malapena; ma nel caso di Disordine, di Chiara Raggi (Rimini, 1982), debbo e voglio fare una doverosa eccezione.
Tanto per capirci: se vi aspettate una cantautrice alla Carla Bruni, vocetta e quattro accordi alla chitarra infilati uno dietro l’altro, vi conviene lasciar perdere, la cosa non fa per voi.
Chiara, accompagnata da una band superba (Dario Chiazzolino alle chitarre, Aaron Goldberg al piano, Daniel Bestonzo alle tastiere, Ugonna Okegwo al contrabbasso e Lawrence Leathers alla batteria), infila una sequenza di brani caratterizzati da una notevole complessità che, pur a discapito –a tratti- della cantabilità del testo, creano un unicum fatto di parole, di improvvisazioni spesso orientate al jazz, di incastri preziosi, di azzardati equilibrismi.
Le atmosfere sofisticate, gli accordi ricchi, i groove fatti di ritmi composti (es. il 4/4 che passa in 12/8) faranno la gioia di che cerca, nella musica, qualcosa di diverso dal riempitivo da cocktail bar.
La voce di Chiara è nitida e la recitazione delle parole resta molto accurata nonostante i testi debbano arrampicarsi, come già accennato, su strutture assai articolate.
Buono, molto buono.

Per un'anteprima potete gustavi il video di "Amo Amabilmente" a questo link:

https://www.youtube.com/watch?v=J2urrf3MiNA

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