2014/11/21

2014 11 20 Chihiro Yamanaka





Dato che il Vs. amato recensore non è in vena di fare il "copia & incolla" dai vari siti che descrivono il curriculum vitae di questa pianista/compositrice Vi inviterei, se interessati, a seguire i link che trovate in fondo all'articolo. 

Ma parliamo, dunque, di quanto abbiamo visto e, soprattutto, ascoltato.

Lei è uno scricciolo: timida, un po' impacciata, una voce tremula che presenta i musicisti e ci introduce al suo primo brano: Somethin' Blue (Blue Note, 2014).

Che dire? Dopo un incipit delicato, quasi impressionista, c'è uno scatto in avanti sorprendente, complice una ritmica (Mikey Salgarello alla batteria e Mauro Gargano al contrabbasso) veramente incisiva ed efficace.

E dunque si ascoltano le atmosfere frenetiche di NYC (quelle di Tokyo, purtroppo, le ignoro!), frequenti cambi di tempo, equilibrismi e virtuosismi, tanti accordi per 4e, tante scale pentatoniche, ma anche, nei punti nei quali il brano fa riprender fiato, momenti di lirismo che ci consentono di deglutire un po' dell'adrenalina accumulata.

Le mani di Chihiro sono insolitamente grandi e spazzolano la tastiera dello Yamaha; lei stessa è tutta vibrazioni, carattere, personalità.

E così la serata scorre, tra brani originali oppure, nel caso di standard, rielaborazioni estreme (Take Five era del tutto metamorfizzato, con continui cambi di tonalità, obbligati, stacchi vs. la batteria e via dicendo).

Anche Summertime, tanto per dire, prende le mosse da Estate di Bruno Martino, giusto per gradire.

Oppure la Sing Sing Sing che ci riporta alle atmosfere da New York Yankees vs. Chicago White Sox con gli inni delle squadre che si alternano creando un intreccio di suoni che solo una grande intelligenza evita di far franare in cacofonia.

Bello, indubbiamente bello, ascoltare un blues che però si trasforma su un improbabile tempo di 7/8.

E ancora (in 130' di concerto) il Träumerei di Robert Schumann (sempre un po' traumatico ascoltarlo per il sottoscritto, abituato alle versioni di Horowitz o di Rubinstein), dove la nostra Eroina dà sfoggio di una notevole tecnica classica.

Il finale è arricchito dallo special guest Fabrizio Bosso che, unendosi al trio, ci regala una bellissima Bye Bye Blackbird confermando che l'Alexanderplatz è sempre all'altezza della propria, meritata fama.

E di questi tempi incerti non è poco!

Marco Lorenzo Faustini




Chihiro Yamanaka
European trio in “Somethin’Else tour 2014”
Alexanderplatz (Roma, Via Ostia 9)


http://en.wikipedia.org/wiki/Chihiro_Yamanaka


http://www.chihiroyamanaka.com/

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