2013/12/11

Navidad



Un vento gelido spazzava la pianura. La stazione di servizio, insieme alla piccola officina meccanica e al bar, resistevano eroicamente al nevischio che non aveva smesso di scendere in tutto il giorno.

Jerry entrò nel bar, battendo le mani guantate per liberarle dalla neve e si avvicinò alla stufa. Si sfilò il pesante giaccone e poggiò sul tavolino un vecchio colbacco logoro.

"Che razza di tempo" esclamò guardando Sam che stava asciugando i bicchieri dietro al bancone. "Isaac si è visto?"

"No" rispose Sam "ma passerà senz'altro "ed anche Maggie verrà, puoi star tranquillo".

"E il figlio di Isaac, come sta?" chiese Jerry.

Ma Sam non rispose, aggrottando leggermente lo sguardo.

"Non migliora? Nessuna novità?" insistette Jerry.

"Il medico è passato, lo ha visitato. Eppoi non è il figlio. E' una bambina, si chiama Marie" rispose Sam "te lo preparo un caffè bollente?" aggiunse.   

"Ma, sì, va. Se è per quello non è né il figlio né la figlia. Noi... non possiamo" disse Jerry.

"Già, non possiamo. E' vietato" aggiunse Sam, con un sospiro. "Ecco che arriva Maggie, vediamo se ci dà notizie della piccola".

Entrò Maggie. Era ancora una bella donna, alta, bionda, con gli occhi color cenere ed uno sguardo profondo.

"Bella, sei sempre la più bella del mondo" disse Jerry abbracciandola. Anche lei era gelata, sulla vecchia Ford il riscaldamento era ormai solo un ricordo. Si sfilò il cappotto e i guanti e li baciò entrambi, prima Jerry e poi Sam. 

Sedettero tutti vicino alla stufa. Sam versò il caffè caldo nelle tazze e Maggie servì dei biscotti al cioccolato. Si guardarono tutti e tre negli occhi.

"E' dura, ragazzi" disse Sam, che di tutti era il più saggio. "Il Capo lo aveva detto, ma dobbiamo tener duro, non siamo mica venuti qui in vacanza".

"Cristo, ma proprio qui ci dovevano paracadutare?" disse Jerry battendo il grosso pugno sul tavolo. Jerry era il più impulsivo, tutto passione e forza. E prese ad arrotolarsi una sigaretta.

"Jerry, non fare così" disse Maggie e guardò Sam cercando il suo appoggio "che poi il Capo ti fa una bella lavata di capo. E non sognarti nemmeno di metterti a fumare, non è vietato solo dalle leggi della Contea, e tu lo sai".

"E' che mi sento così... così impotente" aggiunse Jerry. "è frustrante vedere le cose andare in malora e non poter fare nulla".

"Tu sei troppo pessimista, Jerry. Lo sei sempre stato, ed io ti capisco. NOI ti capiamo, vero Maggie?" disse Sam. 

"Ma certo. Noi vediamo i segni del tempo, sappiamo interpretarli. E' il nostro mestiere. Ma bisogna dare coraggio a questa gente, bisogna dare loro fiducia" esclamò Maggie. Era così bella, quando sorrideva. Socchiudeva un po' quelle labbra e si tirava i capelli dietro l'orecchio. Erano gesti che faceva spesso.

Il rumore di un grosso camion si fece largo nel vento che soffiava implacabile. E poco dopo entrò anche Isaac.

"E Marie? Come va, hai novità?" chiese Sam.

Isaac spalancò un sorriso a trentadue denti  "La febbre è passata, grazie a Dio. E' fuori pericolo. 
Mi ero così affezionato a quella bambina. Se l'avessimo persa... non so come avrei fatto. Ma ora so che ce la farà, oggi l'ho sentita strillare come prima di ammalarsi. Dio come strilla. E come sono felice".

Tutti e tre si fecero intorno a lui e lo abbracciarono. "Ma togliti questo pastrano. E anche voi due, mai sentito parlare di attaccapanni?" esclamò Sam.

Dal vecchio televisore a  tubo catodico scorrevano immagini. Un aereo era precipitato, un pozzo petrolifero era stato fatto saltare. La nazionale di basket era arrivata al secondo posto ai campionati mondiali. Il Presidente faceva il discorso di Natale. 

E il pianeta continuava a ruotare intorno al Sole. Il vento, a un tratto, cessò. Si sentiva solo il ronzio del frigo, in sottofondo. 

Squillò il telefono e Sam rispose "E' il Capo, fa gli auguri a tutti.". Si era messo in piedi ed ascoltava attentamente. "Caspita, me ne sono scordato, provvedo subito. A presto, Capo e buon Natale anche a Te".

E si diresse al quadro elettrico, azionando una leva. L'insegna con la Cometa, dopo un breve sfrigolio, brillò nella notte.

"Buon Natale anche a Te, Capo" ripetè Sam anche se, dall'altro capo della linea, avevano già riattaccato.


Marco Lorenzo Faustini, dicembre 2013

la foto è tratta da: http://www.panoramio.com/photo/18831045

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