2013/07/15

2013 07 14 Mike Stern Victor Wooten Band

Mike Stern Victor Wooten Band
Casa del Jazz Roma
14 luglio 2013

Se dovessi descrivere il concerto della “Mike  Stern and Victor Wooten Band” a cui ho assistito ieri in tre parole queste sarebbero: “adrenalina”, “shock” e “positività”.

“Adrenalina” perché quando sentivo i loro groove mi veniva una voglia di muovermi  irrefrenabile e quando sono uscito dal vialetto della “Casa del Jazz” avevo il cuore a mille.

Perché “shock”? Beh, non si può rimanere impassibili di fronte a uno spettacolo del genere, ve lo assicuro, stiamo parlando di musicisti che hanno una tecnica così mostruosa da permettersi di fare addirittura acrobazie come lancio di bacchette, o far roteare il basso elettrico a 360 gradi, rientrare a tempo e farsi una grassa risata…

E riguardo alla terza parola, credo che  la cosa incredibile di queste persone è che vivono la musica come qualcosa di enormemente espressivo, ed essendo loro sempre sorridenti sul palco, con ogni loro nota e groove riescono a trasmettere sicuramente un senso di positività e felicità, specialmente Stern che non sta mai fermo, sorride nel 90 per cento del tempo e si muove più di tutti gli altri messi insieme.

I pezzi eseguiti, tranne qualche brano tipico di Stern, erano presi dal nuovo CD fatto dall’appena nominato in collaborazione con Victor Wooten, un bassista che non ha certo bisogno di presentazioni. Al Sax c’era il grande Bob Franceschini, che ha già collaborato molte volte con Stern e alla batteria Derico Watson che ha gia alle spalle un trascorso con la “Victor Wooten Band”. Tra alcuni titoli del nuovo CD “My life”, dove Wooten ha sfoggiato una calda voce rappata ma anche melodica, e “Left, right and center” dove il batterista ha fatto un assolo dove ha scatenato veramente la sua incredibile tecnica e una potenza impressionante, visto che fino a quel momento aveva mostrato un  groove dinamico e controllato.
In generale sono rimasto veramente stupito dalla capacità di questa nuova formazione di passare da dinamiche bassissime a pattern funkie e in certi momenti quasi hard-rock che fanno impazzire il pubblico (numerosissimo, al limite del sold-out). Ovviamente si è applaudito a oltranza per un bis, e questi giganti della musica ne hanno eseguiti due, nonostante la stanchezza (tranne Stern, che sembra alimentato da batterie nucleari): “Big Neighborhood” del buon Mike e “What is hip” di Marcus  Miller.
 Consiglio vivamente a tutti di andarsi a vedere questi fenomeni, ne vale assolutamente la pena!!!


Hector Faustini Mendo

Nessun commento: