2011/10/29

Noi, i primitivi



Passeggiando una domenica mattina riflettevo sul pensiero primitivo.

Se un combattente veniva ferito da una freccia nemica, ad esempio, quella freccia era trattata col massimo rispetto, pulita ed oleata affinchè il suo benessere si trasmettesse, per una sorta di osmosi, al malcapitato.

All'opposto se era il feritore a recuperare la freccia che aveva colpito l'avversario allora questo oggetto era trattato col massimo disprezzo, calpestato per causare ancora più tormenti all'avversario.

Questa specie di 'arco voltaico' legava individui-oggetti-individui in una sorta di rete che si dipanava di cosa in cosa, di persona in persona.

Del resto la relazione tra persone ed oggetti persisteva anche nella guerra di trincea, dove i soldati portavano, prima dell'attacco, in una tasca della divisa, le mutandine della propria amata. Di nuovo il legame: persona - oggetto- persona.

E la magia nera? Una persona che compie un rito voodoo su una bambola di pezza che rappresenta, ad esempio, un rivale, lo fa per colpirlo nel fisico e negli affetti.

Cose di un mondo antico? Che ormai non c'è più? Sicuri?

Allora sappiate che ho visto un signore che, alla fermata dell'autobus, sbraitando dentro ad un telefonino, inveiva e minacciava il suo intelocutore. Poi, al culmine dell'ira ha scagliato l'oggetto al suolo, riducendolo in pezzi.

Bell'esempio di relazione persona-oggetto-persona.

E dunque, di nuovo, concludiamo che i primitivi, alla fine della fiera, siamo sempre noi.

Un saluto a tutti.

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