2010/12/10

Consumismo depresso


Dicono che se sei triste e depresso la tua voglia di consumare aumenta compulsivamente.

Allora io debbo essere allegro come mai in vita mia, dato che ieri mi sono percorso e ripercorso via del Corso (scusate la rima involontaria) senza comprarmi una camicia, una cinta per i pantaloni (anche se prediligo le bretelle) ma neppure, che so, delle caldarroste vendute ad un prezzo molto interessante (per che le vendeva, intendo).


Contribuiva a questa voglia di non-acquisto la vista di tanta volgarità, nelle persone prima ancora che negli oggetti. Una gioventù brutta, gente molto 'vorrei ma non posso', mediocri ragazze che si credono delle strafiche, vecchi attempati vestiti da Armani Jeans, bulletti che provano a darsi un tono ma che sembrano usciti tutti, inesorabilmente, da una puntata di 'Romanzo Criminale'.

Tutto questo in una Roma più sporca, se possibile, del solito, con grandi coorti di poliziotti ormai ridotti al rango di 'vigilantes' dei Palazzi del potere.

Del resto sei vai con lo zoppo impari a... e dunque sei vai col puttaniere o col cocainomane... vediamo un po'...  cosa impari?

"Te stanno a imparà bene a quella scola?" dice, o meglio urla la ragazza nel suo smartphone. Diciamo che per riprendere la definizione di Raymond Chandler (o forse era Hammett) è una tipa che a 20 metri di distanza ti fa voglia di avvicinarti a 20 centimentri. E da 20 centimetri ti fa rimpiangere di non essere rimasto dov'eri.

Ecco, in fondo l'umanità di via del Corso, e non solo quella, è un po' tutta così.

Domani, mal di schiena permettendolo, me ne vado un po' in spiaggia. Almeno lì, col freddo che farà, non corro il rischio di incontrare nessono. Almeno spero.

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