2009/12/01

Arturo Benedetti Michelangeli: Schumann & Debussy


Arturo Benedetti Michelangeli

Robert Schumann (1810-1856)
Concerto for Piano and Orchestra in A minor, op. 54
Orchestre de Paris * Daniel Barenboim

Claude Debussy (1862-1918)
Images

Deutsche Grammophon (2009) 477 8569

La Deutsche Grammophon ci propone un interessante CD con due registrazioni inedite del grande Arturo Benedetti Michelangeli (1920-1995): la prima, quella relativa al concerto di Schumann, è del 1984, la seconda del 1982.

Del Concerto in la minore di Schumann gli appassionati di ABM conosceranno senz'altro la storica incisione del 1942 (Teatro Alla Scala) sotto la direzione di Pedrotti. Il concerto, composto nel 1845, è il quarto tentativo dell'inquieto compositore tedesco, dopo tre progetti mai completati (anche Schumann era artista sempre umilmente alla ricerca della perfezione). Quest'opera ha una gestazione complessa nascendo da una "Fantasia" composta nel 1841 che, su insistenza della moglie Clara, fu sviluppata fino a divenire un concerto completo. La prima, che si tenne a Lipsia nel 1846, fu interpretata al piano da Clara stessa, sotto la direzione di Ferdinand Hiller.

La coppia Barenboim-ABM riesce a districare il complesso, innovativo rapporto tra pianoforte ed orchestra lasciando che l'ariosità delle parti soliste si sposi con fluidità nell'articolato tessuto strumentale. Dal primo, possente accordo orchestrale che funge da 'incipit' all' "Allegro affettuoso" all' "Intermezzo" all' "Allegro finale" ascoltiamo una splendida registrazione che, tra l'altro, ha il pregio di essere un'esecuzione dal vivo.

E' uno Schumann sofferto, dunque, con il quale il rigoroso pianista bresciano si è confrontato a lungo, come abbiamo visto, nel corso di decenni. Si è scritto pure che Edvard Grieg (1843-1907) si ispirò a quest'opera per il suo concerto per pianoforte e orchestra, anche questo nella medesima tonalità, anche questo tra i più amati da ABM.

La seconda parte del CD è dedicata a quattro immagini di Claude Debussy. E' lasciato al piano solo descrivere quel mondo sognante e distaccato (il termine 'impressionismo' è quanto mai inadeguato a rappresentare l'universo debussiano). Le "Images" qui interpretate sono soprattutto mentali, proiezioni oniriche di un'arte che è, alla fine, rappresentazione dell'inquietudine (e dunque quanto mai attuale). Il loro ascolto impegna a fondo la nostra mente e ancor di più la nostra immaginazione. E' una musica dove l'attimo è il despota assoluto. Lo si afferra o non lo si afferra. Piace o non piace.

Ancora una volta ABM si propone in assoluta trasparenza rispetto al testo originale, riuscendo a trasmettere il respiro debussiano, quel senso impalpabile di scie nell'acqua che durano il tempo di uno sguardo. Sta soltanto a noi, a questo punto, captarne l'intrinseca, dolorosa bellezza.

Marco Lorenzo Faustini

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