“NYC Scene”
Roma, Casa del Jazz
12 febbraio 2009
Jimmy Greene Quartet
Jimmy Greene sax tenore, sax soprano
Xavier Davis pianoforte
Vicente Archer contrabbasso
Greg Hutchinson batteria
Prosegue alla CdJ l'interessante rassegna dedicata ai migliori gruppi che si esibiscono sulla scena newyorkese; anche in questa occasione siamo rimasti piacevolmente impressionati dalla qualità della musica che ci viene proposta e dall'entusiasmo dei musicisti che si alternano, di volta in volta, ad esibirsi su questo palco.
Il jazz che ascoltiamo stasera proviene dalla viva voce del sax tenore (e in qualche pezzo dal sax soprano) di Greene (classe 1975 da Hartford, CT), un sound molto fluido e pieno di positive energie. I temi, tutti originali, sono spesso a forte impronta blues e girano dunque intorno a sonorità piuttosto semplici ma molto accattivanti.
Ma il quartetto ci propone anche materiali più riflessivi dove anche gli altri componenti hanno modo di mostrare l'alto livello di preparazione professionale e, soprattutto, di contenuto artistico.
Molto bello il pianismo di Davis che sfrutta, negli assoli, tutta la dinamica del suo strumento creando momenti anche molto sereni e quasi lirici. Belli anche gli spunti di Archer che utilizza gli spazi concessi per sfoggiare, più che prove di tecnica, una serie di linee molto coinvolgenti che si riagganciano sempre ai temi proposti dal band leader chiudendo, idealmente, il cerchio improvvisativo.
Un po' sopra le righe la batteria di Hutchinson che farebbe bene a controllare la propria dinamica specie in un auditorium dalle dimensioni così contenuto. Qui, a differenza dei locali della "Grande Mela", si viene solo per ascoltare il jazz e dunque non occorre superare il trambusto di camerieri che servono pollo alle mandole o long drink.
Il concerto ci lascia dunque soddisfatti ed i musicisti captano al volo la positiva reazione del pubblico regalandoci, come bis, un "Invitation", standard sempre attuale, che personalmente mi riporta all'indimenticabile interpretazione di Jaco Pastorius dell’ormai lontano 1983.
Anche sugli standard, dunque, il quartetto decisamente ci convince.
Complimenti di cuore a tutti!
http://www.jimmygreene.com/
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