Stephen Stills
1 ottobre 2008
Auditorium Parco della Musica
Roma
Il pubblico, qui alla Sala Sinopoli, è un po' quello dei reduci perchè, come dice Clint Eastwood, "siamo morti un po' tutti in questa guerra". Maschi, soprattutto. Qualcuno un po' imbolsito, qualcuno un po' calvo, qualcuno un po' di tutt'e due le cose. Ad abbassare la media delle età anagrafiche, dato che siamo tutti giovani nel cuore, c'è chi si è portato dietro il figlio.
Stephen entra ed è anche lui: un po' più vecchio di quel che ti aspettavi, vestito di scuro, un sorriso triste (perdonate l'ossimoro) ma l'aria intelligente ed anche un poco divertita da questa avventura italiana (never been here before...). Tra l'altro il Nostro ha avuto gravi problemi di salute, fortunatamente superati.
La prima parte del concerto è quella acustica dell'one-man band. L'uomo fatica un attimo a trovare l'attacco, il filo del discorso. E poi parte a raccontare con quella voce voce texana (ma in
fondo forse anche un po' irlandese) storie di uomini in viaggio, di strade polverose, di guerre perse, di donne amate, di amici lontani.
E' curioso come, anche se è solo una voce che canta, sentiamo, forse confondendo i ricordi di vecchie registrazioni, le bellissime armonie vocali dei tempi eroici con Graham Nash, David Crosby e Neil Young.
Lascia poco al caso, quest'artista. La mano si scalda e presto ci possiede tutti, solo con la voce e le sei corde delle varie chitarre che il suo stage assistant gli porge in rigida sequenza, brano dopo brano.
E scivolano via i pezzi dei Buffalo, dei CSN, dei "The Last Waltz", della carriera solista di "Just Roll Tape". Tutto materiale veramente di livello.
Poi pausa e torna con la band: Kenny Passarelli al basso, Joe Vitale on drums e l'ottimo Todd Caldwell all'Hammond (quello vero, il cassettone, non quello campionato).
Se la prima parte del concerto ci ha conquistato la seconda, quella elettrica, ci lascia senza fiato. La band è perfetta, non saprei muovergli alcun appunto. Perfetta la dinamica, il suono, la sequenza dei soli.
La mano di Stephen si scatena. Questi quattro musicisti suonano (e cantano) tutti veramente da far paura. Bellissimi gli assoli di Stephen che mostra un controllo assoluto della propria tecnica e del proprio volume di suono (anche i fonici che si è portato dietro sono prodigiosi nel rendere così perfetto un suono live).
Dopo due ore buone di buonissima musica Stephen si congeda. Non prima di aver augurato che John McCain e quell'orribile donna dall'Alaska si prendano una bella lezione.
Verrebbe voglia di cantare, uscendo, "Love The One You're With" ma non è il caso di beccarsi una denuncia per schiamazzi. Il raduno dei reduci è terminato e... thank God we 're still alive.
1 commento:
Grandissimo Stills all'Auditorium e ancora meglio nelle date successive del tour, con voce, band e scaletta ancora più rodate.
Con il mio gruppo California Stars 'n Bars Revue www.california9.org proporremo un tributo alle sue canzoni, e a quelle di Neil, David & Graham, venerdì 28 novembre alla Stazione Birra.
Speriamo di conoscerci là!
Ciao,
Francesco
www
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