L'eleganza è una delle cose che restano di una persona. Conservo ricordi di uomini e donne che mi hanno colpito per l'eleganza dei loro comportamenti, per la loro classe, per il modo di affrontare la vita, anche nei momenti più difficili.
Ma limitare questo termine "eleganza" al mero significato di pieghe di pantaloni stirate ad arte, o di scarpe sempre bel lucidate, di menti ben rasati o vestiti portati con classe è fortemente riduttivo.
Mi piace la gente che è elegante nella proprio spirito E DUNQUE lo è anche nella propria esteriorità.
Il percorso contrario, purtroppo, non è quasi mai valido. Non c'è vestito che tenga, firmato e controfirmato, non c'è taglio di capelli, orecchino, orologio o monile che possa compensare (ed occultare) la grettezza d'animo. Quest'ultima riemerge sempre, come la carogna di un cane dal fondo di uno stagno, inesorabilmente.
Signori si nasce? Non lo so. Certo è che in un mondo di iene e di sciacalli vedere la camminata elegante di un ghepardo o di una tigre è una bella consolazione. Ma che disappunto quando scopri, e spesso lo scopri, che al di là della splendida bellezza formale di certi atteggiamenti e di certi gesti c'è l'assoluto nulla.
Meglio partire, umilmente, dall'umile stalla ed arrivare alle stelle che viceversa. O no?
Nessun commento:
Posta un commento