2007/06/13

Giobbe, l'eterno


La poesia, si dice, non va mai letta, ma riletta. "Giobbe" è uno dei libri più belli della Bibbia e dunque uno dei libri più belli in assoluto. "Giobbe", è stato osservato, fa capire come la Bibbia, ossia "il libro", contenga tutto ed il contrario di tutto. In questo caso è una storia di Jahve, Dio, ma è anche un manifesto dell'ateismo. Si dice che "Giobbe" sia il modello, lo stampo di tutta la successiva letteratura ebraica. Ogni storia ebraica, in fondo, è una ri-narrazione di "Giobbe".

Giobbe è un uomo di Dio: probo, giusto, pietoso. Non manca di ringraziare il Signore per le sue fortune, i figli, gli armenti. Quello che non sa, lo sventurato, è di essere diventato l'oggetto di una scommessa. Satana (in ebraico "l'avversario", "l'accusatore") sfida il Signore. "Mettiamo alla prova il tuo fedele servo Giobbe" chiede.

Ed il Signore acconsente, ponendo come unico vincolo che il suo uomo non sia toccato nella sua carne. Ed ecco si scatena, Satana, e porta via allo sventurato le ricchezze, gli armenti, la sua dimora, i servitori, i figli. Giobbe si straccia i vestiti, si rade i capelli e giace in terra.
Sopporta con pazienza la sua prova. "Nudo sono nato dal grembo di mia madre e nudo vi ritornerò; il Signore ha dato, il Signore ha preso. Sia benedetto il nome del Signore".

Basta, il post odierno termina qui. A voi, amati lettori, il compito e il piacere di leggere "Giobbe".

E, se volete, di pregare o, come dicono gli orientali, di meditare sulla condizione umana

P.S. segnalo la splendida traduzione-riscrittura de "Il libro di Giobbe" di Guido Ceronetti, Adelphi

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