2006/12/30

Conversazione con me stesso


Di nuovo perduto tra le stanze di un museo. Mi fa bene fisicamente stare davanti alla bellezza, molto più di una sessione di raggi U.V.A.

All’Accademia Carrara ad osservare: santi dal sorriso malinconico mentre si immolavano al Signore, città perfette, ritratti di ricchi mercanti, paesaggi dolci di colline toscane, Cristi deposti tra il pianto delle donne.

A volte è bello così: anche solo contemplare. Zitti, in silenzio, perfino io, per una volta, che parlo sempre troppo. Lasciare che la bellezza ristori le nostre vecchie ossa. Lasciare che la malinconia di certi scorci veneziani invada dolcemente l’anima. Continuare semplicemente ad osservare gondole attraversare canali, solcare maree antiche.

Mi affaccio a guardare un mondo di morti che, per il potere taumaturgico dell'arte, non fa affatto paura. E' come guardare un vecchio film dove Gilda continua a scendere le scale e a sfilarsi maliziosamente il guanto.

Anche se Gilda, da tempo, non c'è più.

Che bello, dopo il morire, vivere ancora.

Francesco Guardi, Rio dei Mendicanti, Accademia Carrara Bergamo

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