2006/10/26

Assemblea


Io vorrei spezzare una lancia a favore dei vertici di Sviluppo Italia.

E’ gente che è infelice, che sta male, con problemi – anche seri. E voi, al solito, date loro addosso. Ricordate il celebre “Vile tu uccidi un uomo morto”? [i]

Del resto io, che sono un uomo dall’animo ma anche dall’olfatto sensibili, percepivo da tempo l’odore dolciastro della morte, in queste stanze, fra questi corridoi sempre più simili a corsie d’ospedale.

Il fallimento dell’azienda è, prima che nei numeri, nello spirito stesso delle persone, nei nostri cuori.

La gente nega addirittura di lavorare qui! “….prima che il gallo canti tu mi rinnegherai tre volte”. [ii]

La divisione, il diaballo che in greco vuol dire “trafiggo”, “divido”, da cui diavolo, qui impera col suo vessillo nero. [iii]

A sei anni dalla fusione c’è ancora chi vive di ricordi, di rimpianti. I nostalgici del “si stava meglio una volta”, dell’ “eravamo meglio noi che quegli altri…”.

Ricordate il principe Amleto “C’è del marcio in Danimarca”. [iv] Ma anche qui non scherziamo. Se non marci perlomeno un po’ macilenti i sindacati, che non si rinnovano mai, da anni e anni le stesse persone, le stesse facce avvitate alle rispettive seggiole. Non è giunto il tempo di offrirci un po’ di novità?

Ma le novità fanno sempre paura. Quando ero iscritto al sindacato dei “cumunisti” [v] avevo proposto di dichiarare –pubblicamente e spontaneamente- quanto guadagnavamo. Nero su bianco. Ma subito è arrivata una zelante funzionaria per rifermi che le avevano detto che non era possibile.

Perchè i “cumunisti” hanno sempre bisogno che qualcuno ragioni per loro. E quello [vi] che aveva proposto, a suo tempo, la “Glasnost”, la trasparenza, l’hanno subito prepensionato.

Però vedo che anche nel sindacato cattolico prevale sempre la logica da “Soviet Supremo”. Abbiamo noi i ns. bravi Brežnev [vii] un po’ imbalsamati, nevvero?

Poi ci sono quelli del gatto nero (vedi figura).



Non scherzo. Che si aspettano che i nostri vertici difendano noi e le nostre professionalità.

Visto quanto bene hanno dimostrato di saper difendere sé stessi!

Frattanto il male alligna, prospera. Ci sono, come “Piccole Donne” le “piccole meschinità” e “piccole meschinità crescono” [viii].

Missioni inutili, con i colleghi vanno al Go-Kart invece che al convegno, i costi telefonici che lievitano (ma allora perché avete distribuito “urbi et orbi” tutti questi cellulari?). Passeggiate in taxi (ma perché non controllate e riprendete soltanto chi utilizza questo mezzo in modo improprio piuttosto che inviare queste umilianti encicliche?).

Piccoli trucchi con la banca ore, colleghi quadri che sistematicamente entrano alle 11 ed escono alle 15 con la scusa della recita del figlio (che nel frattempo ha compiuto 21 anni).

Perché vedete: se i vertici di un’azienda incontrassero della gente professionalmente valida ed eticamente corretta forse starebbero anche un po’ più attenti.

da Genesi, cap. 18

Abramo gli si avvicinò e gli disse: "Davvero sterminerai il giusto con l`empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? Rispose il Signore: "Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell`ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città". Abramo disse: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere... Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?". Rispose: "Non la distruggerò, se ve ne trovo quarantacinque". Abramo riprese ancora a parlargli e disse: "Forse là se ne troveranno quaranta". Rispose: "Non lo farò, per riguardo a quei quaranta". Riprese: "Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta". Rispose: "Non lo farò, se ve ne troverò trenta". Riprese: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti". Rispose: "Non la distruggerò per riguardo a quei venti". Riprese: "Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci". Rispose: "Non la distruggerò per riguardo a quei dieci".

Forse è giunto il tempo di dare la parola ai giusti. Contiamoci. Possiamo farcela.



[i] Frase pronunciata da quel Francesco Ferrucci (detto “Ferruccio”) contro il suo rivale Maramaldo, al termine della battaglia di Gaviana, 1530. E’ citato anche nell’inno di Mameli.
[ii] Vangelo di Marco, capitolo 14
[iii] Vedi “Spleen” di Charles Baudelaire (1821-1867)
[iv] Vedi Amleto di W. Shakespeare (1564-1616)
[v] Pare che l’onorevole Berlusconi sia tanto disturbato dal “comunismo” che spesso pronuncia la parola distorcendola in “cumunismo”
[vi] Mi riferisco a Mikhail Gorbačëv, capo di stato dell’URSS dal 1985 al 1991, teorico della Perestrojka, letteralmente “ricostruzione”
[vii] Leonid Brežnev presidente dell’ U.R.S.S. dal 1964 al 1982
[viii] Mi riferisco ai famosi romanzi di Louisa May Alcott (1832-1888)

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