2006/04/12

La chimica dell'anima


Un amico, anni fa, mi fece la seguente considerazione: ci sono tre persone in una stanza e ciascuna si sta bevendo, un bicchiere alla volta, un'intera bottiglia di vino.

Beh, osservali e vedrai che uno, vuotata la bottiglia, scivolerà in un sonno pesante; un altro, probabilmente, si metterà a ballare per la stanza, allegro se non addirittura euforico. Il terzo magari resterà sveglio e cosciente ma fisserà la bottiglia vuota con un'espressione triste e malinconica.

Eppure il vino è lo stesso per tutti, sia nella qualità che nella quantità ingerita.

Aggiungerei: anche se la stessa persona bevesse lo stesso vino in occasioni diverse potrebbe avere reazioni altrettanto diverse. Spesso parliamo di una "persona" come di un'entità fissa. In verità si tratta di un essere che oscilla intorno a un suo specifico comportamento medio, influenzato continuamente da mille reazioni esogene ed endogene.

Ma allora se stasera ceneremo con Carlo o Francesca, con "quale" specifico amico ci incontreremo?
In che punto della gaussiana (con media "mu" e varianza "sigma quadro") le nostre vite si incroceranno, stasera, davanti a un buon piatto di farfalle ai carciofi e a una bottiglia di Foianeghe Rosso (Bossi Fedrigotti)?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Naturale processo di omeostasi e transastasi applicata al vino.

Non so se sia chimica dell'anima, ma la forma dell'anima è la forma dell'uomo.
E la forma dell'uomo, per logica, è la forma del vino.
O viceversa.