2020/06/05
1527, Lutero e la peste
Lutero, che, nel 1527, si rifiutò di lasciare Wittenberg durante la peste, offre in queste poche parole un’indicazione, notevolmente attuale, circa come i cristiani debbano reagire a un’epidemia:
“Ecco, il Nemico, per fatalità divina, ci ha inviato veleno e malattia mortale.
E allora, prego Dio che sia disposto con grazia verso di noi e che ce ne difenda.
Poi, userò il fumo per purificare l’aria, darò e prenderò medicine,
eviterò luoghi e persone in cui non c’è bisogno di me, affinché io stesso non sia negligente e non intossichi e contagi altri, causando, con la mia negligenza, la loro morte.
Mentre se voglio avere il mio Dio, allora egli mi troverà; allora ho pur fatto quel che egli mi ha dato di fare e non sono in debito né a me stesso né ad altro essere umano.
Ma dove il mio prossimo ha bisogno di me, non eviterò né luoghi né persone; andrò invece dal mio prossimo e l’aiuterò, come detto sopra.
Ecco, questa è una fede retta, timorata di Dio, non stolida né sfrontata, e che non tenta Dio.“
(Martin Lutero, Ob man vom Sterben fliehen möge [Se si debba sfuggire la peste, lettera a J. Heß, 1527 durante la peste di Wittenberg], WA 23, 365-366)
Michael Jonas, Pastore
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