Vi capisco, in fondo, voi umani… così bipedi, così implumi (*), così
bombardati di informazioni.
Ricordate il gioco del passaparola? Il primo della fila
sussurrava al vicino “Venezia” oppure “bambola” e quello, a sua volta,
la ripeteva sottovoce al successivo e così “Venezia” finiva per diventare,
all'altro estremo, “palestra” oppure “Zia Nella”.
Era una cosa perfino
divertente, nell'innocenza di quei tempi.
Ma... oggi? Misteri della comunicazione umana. Ora che le
moderne tecnologie ci connettono a prezzi irrisori e con poca o nessuna fatica ai
quattro angoli del pianeta ci ritroviamo ad essere più ignoranti di un tempo delle
cose del mondo. Ricordate che diceva l'amico William: "Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia" (**).
Dato che leggere è attività faticosa (e scrivere lo è ancora
di più) ci limitiamo ormai a una rapida occhiata ai titoli (titoloni, per
meglio dire).
Crisi economiche, catastrofi umanitarie e terremoti si
accompagnano a braccetto alle foto osé dell’ultima fiamma del noto calciatore,
allo spread, al burkini.
Confortati da queste pillole di verità ce ne andiamo in giro
tronfi come pavoni, convinti di aver scalato tutti i gradini del “gradus ad
Parnassum” (***) e così passiamo con disinvoltura a ripetere giudizi altrui, a
rilanciare termini spesso sconosciuti spennellati ad arte per ottenere quella
doratura esterofila che fa tanto fine.
Ma i più graziosi sono quelli che godono di una solida preparazione
ideologica. In questa babele di voci, in questa cacofonia assordante di muezzin
muniti di megafono ripetiamo dai nostri minareti virtuali, h24, le verità del momento finendo per
contraddire inconsapevolmente noi stessi (o quel poco che resta di noi dopo questa overdose di alienazione).
Allora abbiamo i marxisti leninisti che declamano con entusiasmo motti del
più spregiudicato capitalismo, pacifisti che si ritrovano a ripetere,
come teneri pappagallini, frasi rubate a von Clausewitz (****), esponenti della destra,
quella solida, conservatrice, rassicurante, che si rilanciano, a
forza di copia e incolla, tesi del tutto contrapposte alla propria impostazione
ideologica (San Francesco ? Papa Francesco ? Guccini Francesco?)...
L’assoluta mancanza di dubbi, della ben che minima
esitazione, ci rende personaggi senza memoria, incollati a questi frammenti di
verità propinatici dai nostri guru da telefonino.
Le proprietà dell’avocado, il cancro curato con un po’ di limone,
la crisi energetica risolta con macchine tenute nascoste dalla solita congiura
pluto-giudaico-massonica che, come i jeans, non passa mai di moda...
L’idea di mettersi a studiare, con un po’ di umiltà, non ci
sfiora neppure e magari di provare ad approfondire qualche tema prima di diventare
gli strilloni, gli uomini e le donne sandwich (ma quelli, almeno, erano pagati
per farlo e non è affatto detto che condividessero quanto esposto dai loro
cartelloni).
Siamo finiti per diventare corrieri di verità altrui. Siamo
finiti per ragionare come tutti. Siamo finiti per essere, alla fine della
fiera, nessuno (*****).
Marco Lorenzo Faustini, 2019
(*) Platone (?), Aforisma (???)
(**) William Shakespeare, direi senz'altro da "Amleto"
(***) Muzio Clementi, Gradus ad Parnassum (raccolta di 100 esercizi pianistici di livello avanzato)
(****) Carl Philipp Gottlieb von Clausewitz (1780 – 1831) generale prussiano autore del citatissimo "Vom Kriege"... ma chi l'avrà mai letto?
(*****) concetto preso a liberamente in prestito da "L'Immortale" di J.L. Borges
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