2016/06/07

2016 06 "Dai Giaché, facci sognare!"



Dormano sonni tranquilli i compagni rivoluzionari del Partito Democratico dell’era de “El Bomba”: alla fine il prode Giachetti vincerà e capitanerà una giunta-armata Brancaleone che con perizia e professionalità finirà di spartirsi gli ultimi bocconi di carne, i più succulenti.

Giachetti, a ben pensare, mi sembra anche una brava persona, una persona onesta, ma come tutti i radicali ha un peccato originale: vogliono fare gli anti-sistema godendosi tutti i privilegi del sistema.

L’antropologia di questi soggetti si riassume nei Rutelli, il sindaco in motorino che finì in affari con i Caltagirone, nelle Bonino sempre indignate col nasino all’insù che fanno la rivoluzione da vicepresidente del Senato, da Ministro o da Commissario Europeo ai Flussi Migratori. Ma non scordiamoci i Capezzone (soldato di ventura passato a guidare le truppe di Silvio, ahimè senza grandi trionfi, eppure era tanto bellino), ai Taradash (solo quattro legislature alla Camera ed una all’europarlamento) ormai al soldo di Alfano e Matteoli (i Che Guevara & Castro de noantri).

Ma Giachetti è un uomo perbene. E’ Renzi che non lo è, questo è il problema.

Vincerai Giachetti, alla fine vincerai perché l’italiano medio (e più medio del romano medio non ce n’è) è scontento ma, nel fondo, un po’ fifone. Si tiene la monnezza e aspetta, paziente, l’autobus sotto il sole impietoso.

"Nun ce stanno i sordi, signò" (cit. da sportello dell'ATAC). Certo: sono finiti a finanziare Buzzi e Carminati, le prodezze di Panzironi e Mancini, l’acquario con i pesci virtuali di alemanniana memoria nel laghetto ormai semi- prosciugato dell’EUR, le fuksassiana nuvole tanto effimere quanto incomprensibili.

Dai Giaché, facci sognare: uno stadio nuovo per la Riomma e qualche altra alzata di ingegno suggerita dall’esercito sempre affamato degli amici costruttori, sotto la sapiente regia dell’ineffabile Maria Elena Boschi e lo strategic advisoring di Davide Serra

E non scordare di intitolare una strada, fosse pure un vicolo cieco ad Almirante. Perché in fondo, come diceva Clint Eastwood, “siamo morti un po’ tutti in questa guerra”.


A riveder le stelle.

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